Renzi nella palude romana. Il Senato verso lo scioglimento?
Oggi GeopoliticalCenter fa uno strappo alla regola e vi parla di politica interna italiana. Lo facciamo perché in questi giorni l’Italia vive momenti convulsi e esiste la concreta possibilità che gli elettori italiani siano presto chiamati ad elezioni anticipate. Si elezioni anticipate perché la nascita del governo a guida Renzi si sta rivelando molto più complicata di quanto si potesse pensare qualche giorno fa.
Domani alle ore 10,30 il Capo dello Stato Giorgio Napolitano conferirà l’incarico a Matteo Renzi di formare il nuovo governo. Tuttavia non è certo che il Sindaco di Firenze riesca nel suo compito. La maggioranza che dovrebbe tenere insieme è estremamente variegata, ogni partito e partitino vuole la sua poltrona, la sua poltrona ministeriale s’intende.
Renzi aveva in mente l’idea di un esecutivo di soli 10 ministri, cosa che egli si augurava al fine di evitare la spartizione dei ministeri così come impone da oltre cinquanta anni il “manuale Cencelli”. Ma questa ipotesi è naufragata già nella giornata di sabato, questo fatto ha determinato l’inizio di una serie di problematiche politiche e partitocratiche che si sono ampliate in maniera esponenziale fino ad oggi.
I problemi maggiori per Renzi vengono dagli esponenti di NCD (Nuovo Centro Destra). Il partito di Alfano vorrebbe un ruolo non marginale nel governo, Alfano stesso vorrebbe mantenere il ministero dell’interno e Maurizio Lupi i trasporti. Tuttavia Renzi ha fatto notare che il NCD di oggi non è il PDL di inizio legislatura. Dopo la scissione tra Forza Italia ed NCD il peso politico di Alfano è calato notevolmente e Renzi, che già chiedeva un rimpasto per ridurre la presenza di ministri dell’NCD nel governo guidato da Enrico Letta, ora non vuole subire i Diktat e le limitazioni di Alfano e del suo partito. Renzi vuole attuare il suo programma, se gli altri non ci staranno il governo rischia di non nascere.
Il sindaco di Firenze è stato molto chiaro alcuni giorni fa. Nelle sue dichiarazioni era chiaro il suo pensiero: Alfano tenta un bluff, ma non ha altre opzioni e dovrà piegarsi alle scelte di Renzi perché in alternativa, se si andasse alle urne, l’NCD perderebbe molta della sua forza politica attuale. Per questo motivo Renzi farà di tutto per far si che Alfano rinunci alle pretese asprezze da NCD in questi giorni. Ma proprio in virtù della pubblicità fatta da Alfano delle richieste di NCD egli difficilmente potrà oggi rinunciare a ciò che ha chiesto.
Eccola la palude romana, fatta di progetti, complotti, alleati, falsi alleati, bluff e minacce. Ecco quella palude istituzionalizzata che ingabbia l’Italia da decenni e che potrebbe portare noi tutti a nuove elezioni nel giro di poche settimane. Elezioni che potrebbero riguardare solo una Camera del nostro sistema istituzionale, quel Senato dove oggi nessuno possiede i numeri per far avanzare ne proposte di legge e ne tantomeno la fiducia ad un governo, senza dover attraversare quella palude romana talmente vasta che pochissimi in realtà riescono a vedere ed a individuare come prima causa dell’ingovernabilità dell’Italia.