Renzi va negli USA con un primario obiettivo: ricevere l’appoggio di Obama nella battaglia di Roma contro Berlino per i futuri assetti dell’Unione Europea. Ma ora l’asse portante dell’Europa è ancora una volta quello che congiunge Parigi a Berlino, direttrice lungo la quale Roma non viene nemmeno presa in considerazione. Francia e Germania hanno mostrato interessi comuni: blocco del TTIP (Italia invece favorevole), appoggio all’Egitto di Tobruk (Italia con Tripoli), quartier generale comune per il fulcro della difesa europea (per ora solo con ufficiali franco tedeschi), attenzione principalmente rivolta all’immigrazione in arrivo dai Balcani (nulla invece per quanto riguarda la Libia), progetti e attività diplomatica per ridurre o eliminare le sanzioni alla Russia (Italia favorevole alle sanzioni ad oggi).
Come potete osservare le posizioni dell’Italia riflettono in maniera integrale le posizioni di Obama e sono spesso in conflitto con la strategia di Parigi e Berlino. Appare chiaro che Renzi abbia puntato tutto sull’appoggio di Obama e per questo motivo nel suo prossimo viaggio a Washington cercherà di ottenere dal presidente USA una “sponda” per far sì che l’Europa di Merkel e Hollande (pronti a un giretto a Ventotene e a decine di conferenze stampa, ma fermi nell’idea di difendere prima di tutto gli interessi nazionali dei loro paesi) possa ascoltare e rispondere positivamente alle richieste italiane.
Ma Renzi non si rende conto che tra gli USA di Obama e le due nazioni guida dell’Europa è in atto uno scontro che ha ridotto di molto l’influenza della Casa Bianca in Europa, senza considerare inoltre gli effetti della Brexit, essendo fino a poche settimane fa la Gran Bretagna la voce e la mano degli USA in Europa.
Uno scontro che ha visto gli Stati Uniti richiedere risarcimenti di enormi proporzioni a Volkswagen per lo scandalo emissioni, per lo stesso motivo indagare per multare Bosch, e richiedere venerdì scorso 12 miliardi di dollari a Deutsche Bank per attività legate ai mutui Sub Prime nel 2007, una richiesta di risarcimento in grado di uccidere il colosso bancario tedesco, e allo stesso tempo un segno dell’ostilità in essere tra USA e Germania. Obama si trova inoltre a poche settimane dalla fine dei suoi otto anni di potere, e a solo un mese dall’elezione del suo successore, il suo potere di convincimento e la sua libertà di manovra sono estremamente limitate. Anche per questo motivo il Presidente del Consiglio italiano ha pubblicamente espresso il suo appoggio alla candidata democratica H. Clinton conscio che solo un aiuto esterno può far sì che l’Italia di Renzi possa avere Voce ai tavoli che contano in Europa. Ma anche questo calcolo a nostro avviso è errato. Il solco tra America da una parte e Germania e Francia dall’altra, ormai è diventato un elemento sistematico, che l’elezione della Clinton non farà altro che ampliare vista la propensione di Hillary ad avere rapporti privilegiati con i paesi europei un tempo organici al patto di Varsavia ed oggi primi avversari della Russia contigua all’Europa. Stesso problema avrà l’Italia di Renzi in caso di vittoria di Trump, presidente che non dimenticherà l’appoggio di Renzi alla rivale, così come Obama non dimenticò l’appoggio di Berlusconi a Mac Cain.
Bussare alla Casa Bianca il prossimo 18 ottobre, due giorni prima del vertice di Bruxelles, è un errore strategico, l’Italia deve fare da sola all’interno dell’Unione, utilizzando il Veto, minacciando l’uscita dall’Europa, forzando anche la mano a volte (non identificando gli immigrati “che comunque è folle andare a prelevare a 20 km dalle coste della Libia”, stringendo accordi bilaterali con la Gran Bretagna) e pensare prima di tutto agli interessi della Nazione. Nessuno stato straniero, dell’Occidente o dell’Oriente del Nord o del Sud del mondo anteporrà i nostri interessi ai suoi stessi interessi. Nessun “amico”, “alleato”, “vicino”, nell’attuale situazione internazionale, avrà verso di noi slanci altruistici, dobbiamo fare da soli, i tour a Berlino, a Parigi, a Ventotene, a Bruxelles, o alla Casa Bianca, possono essere utili per la propaganda ad uso interno, per il mantenimento del potere di chi è al governo, per influenzare il voto referendario, ma sono completamente inutili per migliorare la situazione reale della nostra nazione e dei nostri concittadini.