Alcuni giorni fa il ministro della,difesa americano Leon E. Panetta ha dichiarato che gli Stati Uniti hanno ricevuto informazioni certe riguardo a spostamenti delle armi chimiche in possesso del regime siriano. Panetta ha dichiarato che la Siria sta spostando i propri arsenali chimici per “ragioni di sicurezza”. La notizia è passata quasi inosservata dai media generalisti e noi di GPC ne abbiamo parlato “Inter Nos” per diversi giorni. Perchè spostare una parte significativa degli arsenali chimici? Le ipotesi più vicine alla realtà potrebbero essere tre
- Il regime sta per perdere il controllo di aree nelle quali sono stoccate le armi chimiche della Siria di Al Assad e i reparti fedeli al Rais Alawita stanno spostando le armi di distruzione di massa per impedire che cadano nelle mani dei ribelli. Questa ipotesi tuttavia non sembra essere ai nostri analisti la più vicina alla realtà. I ribelli, se entrassero in possesso dell’arsenale chimico avrebbero più problemi che vantaggi, i reagenti vanno preparati per essere utilizzati e l’operazione è molto pericolosa per chi non sia altamente addestrato, in secondo luogo i ribelli dovrebbero garantire al sicurezza dei depositi al fine che essi non cadano nelle mani dei terroristi che oggi sono in Siria per abbattere il regime laico di Al Assad. Inoltre al regine siriano non servono al momento tutte le tonnellate di armi chimiche prodotte negli anni, quelle presenti nei depositi lungo la costa e nella regione di Damasco garantiscono ad Al Assad tutta la deterrenza necessaria.
- Il regime si prepara ad utilizzare le armi chimiche e utilizza quelle nei depositi più prossimi alle aree in mano ai ribelli per motivi logistici. In questa ottica potrebbe essere interpretata l’esercitazione compiuta dagli Alawiti a metà agosto quando sono stati lanciati alcuni proiettili d’artiglieria e testate missilistiche in grado di trasportare e disperdere gli agenti chimici. Se così fosse però Al Assad supererebbe quella linea rossa tracciata da Obama e l’intervento degli Stati Uniti della Turchia e della Francia sarebbe praticamente automatico. Anche questa ipotesi risulta scarsamente aderente alla realtà.
- Il regime potrebbe aver perso il pieno controllo dell’arsenale chimico e elementi stranieri presenti sul suolo siriano potrebbero essersi impossessati di modeste quantità di agenti chimici provenienti dagli arsenali siriani, ma gli agenti chimici più temuti come il Vx o il Sarin. Se così fosse il personale straniero che opera in Siria in difesa del regime di Al Assad potrebbe usare queste armi come armi di rappresaglia nel caso in cui lo stato di Israele impieghi la forza delle armi per fermare il programma nucleare iraniano. A favore di questa ipotesi ci sono diverse dichiarazioni di alti ufficiali iraniani che hanno dichiarato che l’Iran è pronto ad attaccare direttamente Israele in caso di Strike della forza aerea israeliana in Iran. Questi alti ufficiali non hanno parlato solo di una rappresaglia missilistica utilizzando gli Shahab 3 presenti sul suolo iraniano ma hanno accennato ad attacchi diretti alle frontiere israeliane. Come è possibile per gli iraniani effettuare attacchi diretti alle frontiere israeliane se i due stati non hanno confini comuni ed escludendo la presenza di intere divisioni iraniane in Siria. In modo possibile secondo i nostri analisti è utilizzare piccoli nuclei di soldati altamente specializzati armati con le più avanzate armi chimiche in mano ai siriani.
Dobbiamo tuttavia precisare che non esistono rapporti Open Source che permettano di affermare che elementi stranieri sono entrati in possesso di una parte dell’arsenale chimico di Al Assad. Per questo motivo le nostre tre ipotesi rimarranno tali fino a quando notizie pubbliche dimostreranno quale delle tre sia la più veritiera.
Ma questo è il nostro lavoro, anticipare gli eventi, non raccontare le news dei telegiornali, questa è la nostra caratteristica.