Prima di analizzare il linguaggio del corpo di Putin vogliamo spiegarvi cosa egli abbia effettivamente detto ieri durante la conferenza stampa dalla quale è tratto il video che abbiamo analizzato e che trovate alla fine di questo post.
Il presidente russo ha affermato che, vista la preoccupazione generata dalle truppe russe in prossimità del confine, esse venivano ritirate “ad una distanza tale utile per poter svolgere esercitazioni, senza creare allarme”. Una dichiarazione che prospetta più un ridispiegamento nei campi base a circa trenta chilometri dal confine con l’Ucraina che un ritiro vero e proprio.
Durante questa dichiarazione non ci siamo però trovati dinnanzi il solito imperturbabile Putin. L’eloquio del presidente non era fluente come sempre e mentre parlava il suo sguardo sfuggiva agli osservatori vagando per la sala, a volte osservandone i muri.
Un aspetto del linguaggio del corpo di Putin che va sottolineato sono poi i movimenti delle spalle e delle braccia. Movimenti ripetitivi e molto rapidi nei quali le braccia del presidente russo si alzavano ed abbassavano rapidamente, movimenti accompagnati da una lieve abduzione delle stesse (le allontanava dal corpo). Questo movimento va interpretato come un segno di estremo nervosismo e probabilmente con il fatto che le parole pronunciate da Putin non corrispondevano alla sua volontà, o perlomeno ai suoi desideri.
Con questa affermazione non vogliamo dire che egli abbia mentito, ma che sia stato indotto a fare quella dichiarazione costretto dagli eventi e da scelte strategiche che egli forse non condivide pienamente.
In conclusione possiamo ragionevolmente affermare che il presidente russo non abbia mentito e che le truppe russe dovrebbero tornare ai campi base a trenta chilometri del confine ucraino, tuttavia questa scelta è stata presa, secondo noi, a causa di una valutazione non condivisa da Putin, oppure condivisa in parte ma con la piena coscienza degli aspetti negativi, principalmente di natura interna, che tale decisione comporta.
Putin sembra voler dire, in maniera non verbale ed involontaria, che egli non aveva a disposizione una opzione vincente per risolvere la crisi in est Ucraina e che questa scelta forse è al momento delle dichiarazioni, e ribadiamo al momento delle dichiarazioni, la scelta migliore.
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