La Guerra in Yemen imperversa da oltre due anni, e senza dubbio si tratta di una guerra per procura tra le monarchie sunnite del Golfo e l’Iran sciita. In questa guerra l’apporto dell’Iran agli Houti dello Yemen è stato determinante per far si che i ribelli sciiti predessero il controllo di gran parte del paese, innescando la reazione di Riad, la quale teme di essere assediata dalla nascente potenza iraniana. L’Iran infatti si appresta a controllare indirettamente l’Iraq, e potrebbe essere presto in grado di raggiungere il mediterraneo via terra, lungo il corridoio, iracheno/siriano.
In risposta alla presenza sciita, le monarchie sunnite hanno alzato il livello dello scontro in Yemen negli ultimi ventiquattro mesi, mettendo in atto un blocco aeronavale, intervenendo con quotidiani raid aerei e mettendo uomini direttamente sul campo di battaglia, ma senza mai spingersi profondamente all’interno dei territori storicamente in mano agli sciiti.
Oggi la situazione potrebbe cambiare, anche alla luce della nuova amministrazione americana. Secondo quanto da noi raccolto nelle ultime settimane, le forze armante sunnite, ed in particolare le forze da sbarco degli Emirati Arabi Uniti, starebbero pianificando una operazione anfibia per prendere il controllo del porto yemenita di al-Hudayda, oggi in mano agli Houti e dal quale, nonostante in blocco navale, transitano ancora merci indispensabili sia alla guerra degli sciiti yemeniti, ma anche derrate alimentari senza le quali la popolazione dello yemen settentrionale è destinata ad una carestia di proporzioni bibliche.
Le forze armate degli Emirati non posseggono l’esperienza e la piena capacità operativa per confrontarsi in sicurezza contro le forze degli Houti all’interno di una loro roccaforte. Sarebbe quindi stato richiesto il supporto delle forze aeronavali americane, e la nuova amministrazione potrebbe averlo concesso, superando la politica di Obama che aveva assicurato alla coalizione sunnita unicamente aiuti indiretti.
Se così sarà i Marines Americani potrebbero supportare, con la loro aviazione, con gli elicotteri d’attacco e con piccole squadre sul campo la presa del porto di al-Hudayda da parte dei Marines degli Emirati, che poi dovrebbero controllare in autonomia questa importante via di accesso al territorio settentrionale dello Yemen.
Ricordiamo che proprio nei pressi del porto di al-Hudayda una nave militare della coalizione saudita (una fregata) è stata colpita, e devastata, da un attacco missilistico portato a termine dagli sciiti che hanno tentato, con successo, di mantenere aperto il loro canale di rifornimento.
Se gli americani supporteranno attivamente la guerra in Yemen della coalizione saudita, l’Iran aumenterà il livello di scontro nel Golfo Persico e nello Stretto di Hormuz, dove la tensione tra Marina Americana e Forze Armate Iraniane non è mai stata così alta negli ultimi cinque anni.
Durante l’ultimo suo transito nello Stretto di Hormuz, circa trenta barchini iraniani, hanno disturbato la portaerei americana Bush, fatto di per sé non del tutto eccezionale. La cosa particolare era invece la quantità di elicotteri americani in volo intorno alla Bush al fine di controllare le mosse degli Iraniani e la capillare presenza di aeromobili americani nei pressi delle piattaforme petrolifere iraniane nello Stretto, postazioni utilizzabili per il lancio di missili antinave ed antiaerei nel caso di conflitto nell’area, segnale che il timore di un incidente era maggiore rispetto ad analoghi episodi degli anni scorsi, quando pochi o nessun elicottero sorvegliava in modo così attento le mosse degli iraniani.
Lo Yemen, sebbene spesso troppo ignorato potrebbe diventare un nuovo punto di attrito diretto tra Stati Uniti ed Iran, alla vigilia delle elezioni presidenziali nelle Repubblica Islamica Sciita, anche per questo vi daremo conto dell’evoluzione della Guerra in Yemen.