Avevamo già scritto parte di questo post quando abbiamo letto la dichiarazione del presidente del Consiglio italiano che chiedeva ai colleghi europei rispetto per il nostro Paese.
Si oggi la parola da ripetere e ricordare è rispetto, il rispetto per l’Italia e per il suo ruolo in Europa, un ruolo che deve avere la sua naturale evoluzione nell’assegnazione dell’incarico di “Alto Rappresentante per la Politica Estera Europea” ad un italiano, o ad una italiana. Già cinque anni fa quel posto era dell’Italia, era destinato a Massimo D’Alema, tutti i partiti italiani all’epoca appoggiarono la candidatura dell’ex Presidente del Consiglio italiano. Quel posto fu scippato all’ultimo moneto dalle oligarchie europee e l’Italia ha dovuto arrendersi.
Oggi non deve succedere la stessa cosa. Il governo ha indicato per quell’incarico Federica Mogherini, non dobbiamo e non vogliamo entrare nel dibattito se questa scelta sia la scelta migliore, dobbiamo per una volta “fare sistema” e appoggiare la scelta del nostro esecutivo, sicuramente Federica è e sarà meglio dell’attuale rappresentate Baronessa Ashton che durante il suo mandato si è distinta per la vacuità delle sue decisioni e delle sue azioni.
Federica Mogherini è osteggiata perché almeno una decina di paesi del nord e dell’est Europa sostengono che Federica Mogherini sia “filorussa”. Ebbene Federica Mogherini non è “filorussa”, ma il nostro ministro degli esteri non è filorussa, tanto che più volte ha incontrato i rappresentanti dell’Ucraina di Yanukovic e definito la rivoluzione di Kiev “una storia di successo”, come può una “filorussa” definire la rivoluzione di Maidan una “storia di successo”?
Il problema forse è che la Mogherini non è antirussa come invece vorrebbero fosse molti di questi paesi, per prima la Polonia e che la Mogherini non appare disposta a sacrificare tutti gli interessi nazionali italiani in nome del bene europeo, quel bene comune europeo che spesso, come premessa, danne l’Italia.
L’Italia e il rappresentate che il governo ha indicato e indicherà, potrà essere un mediatore vero nella crisi tra Mosca e Kiev, lo sarà perché l’Italia mantiene buoni rapporti ed è rispettata da entrambe gli stati. Il rispetto, quella parte fondamentale nei rapporti tra le persone e tra gli stati senza la quale la possibilità di fallimento di qualsiasi trattativa aumentano vertiginosamente. Quel rispetto che l’Italia deve esigere nelle nomine all’interno delle istituzioni dell’Unione Europea, quel rispetto che potrà aiutare a trovare una soluzione negoziale in una crisi che altrimenti potrebbe conflagrare in un conflitto ancora più ampio dalle conseguenza irreparabili.
Dovrebbero essere proprio i paesi dell’est europa ad augurarsi una soluzione negoziale del confronto con la Russia, una soluzione che potrebbe portare benefici a tutta l’Europa, al contrario delle sanzioni che danneggerebbero tutta l’unione ed, inutile negarlo, danneggerebbero di più il nostro paese, un paese che dovrebbe essere stanco di continuare ad agire come Tafazi, quel personaggio autolesionista che si diverte a colpirsi nelle parti intime.
Bene l’Italia è stanca di tirarsi mazzate sugli attributi, e subire dopo la solita paternale, le imposizioni del saggio europeo di turno che tra un sorrisino ed e un ammiccamento mette in difficoltà il nostro paese.
Ad un certo punto bisogna iniziare a pretendere rispetto, la nomina del ministro degli esteri europeo è quel moneto.