Parchin, il sito militare di ricerca dell’Iran in passato è stato oggetto per moltissimi anni delle attenzioni della IAEA. Gli ispettori delle Nazioni Unite pensano, non si sa ancora se a torto o a ragione, che a Parchin si svolgano attività legate ad un programma nucleare clandestino della Repubblica Islamica. L’agenzia delle Nazioni Unite ha da sempre chiesto di avere accesso al sito in oggetto. Il sito di Parchin, infatti, potrebbe essere legato ad attività correlate alla ricerca in campo nucleare militare, con attività non legate ai processi di arricchimento dell’uranio bensì ai processi necessari ad sviluppare una bomba al plutonio ad implosione. In questi ultimi giorni sembra che gli iraniani possano consentire al team di ispettori delle nazioni unite di accedere alla base di Parchin. Tuttavia oggi Parchin, probabilmente, non è altro che una scatola vuota. Nei mesi scorsi infatti si sono svolte numerose attività nella base, attività di demolizione accompagnate da imponenti movimentazioni di terreno e lavaggi con ingenti quantità di acqua. I militari del genio militare iraniano potrebbero aver rimosso da Parchin tutte le prove concernenti lo sviluppo di un detonatore per un’arma plutonio. Tale detonatore non è un congegno nucleare bensì una carica sferica di esplosivo ad alta potenza. La carica deve essere accuratamente progettata per comprimere il Pu-239 fino alla massa critica e dare luogo al l’esplosione atomica. Per eseguire questi test è necessaria una camera blindata dove fare esplodere le cariche sferiche di esplosivo per poi valutare gli effetti di tale esplosione su di un materiale che simuli il Pu-239. Questo tipo di arma atomica può essere di dimensioni molto più contenute rispetto ad un’arma che si basa esclusivamente sull’uranio ed essere quindi la soluzione ideale per le tesate degli attuali missili balistici in possesso dell’Iran.
Qualcuno in occidente potrebbe pensare la possibilità di visitare Parchin, sia una vittoria dell’Occidente stesso nei confronti dell’Iran. Stiamo invece osservando esattamente il contrario e cioè il successo totale della strategia dei vertici iraniani nella complessa partita diplomatico/economica/militare che si sta giocando tra la Repubblica Islamica e l’occidente. Una strategia, quella di Tehran, basata sulla dilazione e sulle concessioni tardive.
Negli ultimi anni gli iraniani hanno compreso che nei confronti dell’occidente risultano di vitale importanza dichiarazioni e promesse, più ancora di gesti concerti, e questa è la politica che la leadership iraniana sta seguendo. Una politica che potrebbe portare l’Iran ad essere una potenza nucleare in campo militare. Gli ispettori dell’ IAEA entreranno a Parchin a gennaio tra l’entusiasmo dei media e di alcune amministrazioni occidentali, ma troveranno solo polvere e detriti mentre il cuore del programma nucleare iraniano pulserà vitale più che mai nel super complesso fortificato di Fordow, dove nessun ispettore delle Nazioni Unite entrerà mai.