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Obama scrive all’Iran

Obama scrive all’Iran

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La repubblica islamica dell’Iran ha confermato di aver ricevuto tramite l’ambasciatore Svizzero a Tehran una lettera del Presidente americano Barack Obama.

Le fonti del governo iraniano che hanno resa nota la notizia non hanno comunicato ai media i contenuti della missiva. Visti gli ultimi accadimenti possiamo provare a ipotizzare cosa vi è scritto.

Per prima cosa la missiva potrebbe aver sottolineato che la marina americana non tollererà un blocco navale dello Stretto di Hormuz, poi il Presidente avrà ribadito che la flotta americana continuerà a transitare per lo Stretto e che una portaerei nucleare americana non potrà tollerare che dei barchini dei Pasdaran le incrocino la scia a poche centinaia di metri o che la affianchino a distanze ancora inferiori come accaduto alla USS New Orleans pochi giorni fa. Infatti la vicinanza estrema tra le due marine potrebbe innescare uno scontro di ben più grandi dimensioni. Motivo per il quale la casa bianca aveva in progetto di istituire una specie di telefono rosso tra Stati Uniti e Iran, sullo stile della linea di emergenza che ai tempi della guerra fredda collegava Mosca a Washington; linea che al momento non sappiamo se operativa.

Gli Stati Uniti potrebbero inoltre aver ribadito la richiesta di restituzione del Drone americano nelle mani iraniane, anche se la richiesta cadrà certamente nel vuoto, e potrebbe anche essere fonte di irritazione a Tehran. Un altro punto riguarderà il programma nucleare e la ferma richiesta di interruzione della parte militare di tale programma.

La lettera però potrebbe contenere un ultimo capitolo alquanto sorprendente. Il capitolo in questione potrebbe riguardare gli attentati che hanno ucciso il giovane fisico alcuni giorni fa a Tehran. In questo paragrafo la Casa Bianca potrebbe dissociarsi dalla paternità dell’attentato puntando di fatto il dito su Israele, cercando quindi di accreditarsi come una credibile controparte in ambito diplomatico e ribadendo implicitamente il desiderio di giungere ad un accordo per via diplomatica da parte dell’amministrazione. Alcuni dei nostri analisti dubitano che tale paragrafo possa essere stato inserito in questa lettera in quanto potrebbe rafforzare l’idea di alcune componenti del regime Iranano che l’America non avrebbe veramente intenzione di passale alla soluzione militare se le sanzioni fallissero, rendendo di fatto priva della forza necessaria l’iniziativa diplomatica.