La “responsibility to protect” è una norma del diritto internazionale sancita nel 2005, con l’accordo di tutte le potenze aventi diritto di veto, che stabilisce la possibilità della comunità internazionale di intervenire in un paese che non sia in grado di proteggere i propri cittadini in caso di genocidio, crimini di guerra o sterminio settario (pulizia etnica).
La norma del “responsability to protect” potrebbe quindi essere invocata dagli Stati Uniti per dare una base di diritto internazionale allo Strike in Siria. Questo sulla base del fatto che l’impiego delle armi chimiche sui civili è proibito dal diritto internazionale e viene considerato un crimine di guerra, consentendo secondo l’interpretazione Usa l’intervento militare. Gli americani avrebbero inoltre ricordato alla Federazione Russe che proprio in base alla “responsability to protect” la Russia intervenne in Georgia nel 2008, senza una formale autorizzazione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Di questo aspetto forse hanno parlato nella giornata di ieri il Segretario di Stato americano Kerry e il Ministro degli Esteri russo Lavrov. Sebbene gli Stati Uniti avranno sicuramente ricordato alla Federazione Russa l’intervento in Georgia basato sulla “responsability to protect” Lavrov avrebbe messo in evidenza i grandi rischi di uno Strike americano in Siria per la stabilità della regione.
Parallelamente è arrivato anche l’ammonimento dell’Iran che ha raccomandato agli Stati Uniti di non superare una non meglio specificata “linea rossa” in Siria. I nostri analisti ritengono che il governo iraniano abbia minacciato di ritirarsi dai negoziati del 5+1 sulla questione nucleare in caso di attacco americano in Siria, attacco che metterebbe in grandissima difficoltà il Rais siriano Al Assad alleato fondamentale dell’Iran e vero asse di congiunzione tra l’Iran e la milizia sciita di Hezbollah.
L’America sembra comunque essere intenzionata a colpire, sotto le pressioni sempre meno velate di Gran Bretagna e Francia, e potrebbe colpire entro due settimane, forse meno. La vigilia dell’attacco è vissuta con grande timore in Israele dove si teme una possibile ritorsione di Al Assad. Il nostro centro ritiene invece possibile una ritorsione contro la base americana di Incirlik in territorio turco, visto il sicuro coinvolgimento turco nelle operazioni. Riteniamo inoltre probabile un tentativo delle forze armate siriane di colpire le navi americane, francesi e britanniche nella regione. Ne parleremo.
Qui intanto un interessante link che illustra i principi della R2P