Allo stesso tempo una portaerei nucleare americana, con la sua scorta, si troverà nelle acque del mediterraneo, pronta ad ogni evenienza. Sarà affiancata da alcune unità di superficie NATO e dal gruppo da sbarco dei Marines guidato dalla nave anfibia Kearsarge, affiancata dal suo Exeditionary Strike Group.
In tempi di tagli e di austerità per le forze armate americane, il presidente Usa sarà sorvegliato da una intera armata composta da forze aeree, navali e terrestri in grado di tener testa ad una nazione intera.
La paura di assistere ad attività belliche che possano compromettere la sicurezza del presidente deve essere veramente tanta. Questo fatto potrebbe far riflettere il presidente americano, e fargli toccare con mano la costante situazione di pericolo che esiste oggi in medio oriente. È facile invitare alla calma e trovare soluzioni stando comodamente seduti nell’ufficio ovale della residenza presidenziale, è relativamente semplice disquisire sul processo di pace tra israeliani e palestinesi ed invitare tranquillamente i protagonisti della trattativa a rinunciare a parte della propria sicurezza, basandosi sulla fiducia nell’avversario. Mentre metterà il proprio piede in medio oriente, il presidente Obama non scommetterà un centesimo sulla buona fede dei propri avversari e schiererà tutta la potenzialità bellica americana. Il gioco è ancora questo in medio oriente, ed il presidente americano se lo ricorderà bene quando, dopo una settimana passata nella tensione, ritornerà al sicuro nello studio ovale della Casa Bianca.