Obama atterra in Israele, Al Assad pronto ad espandere il conflitto
Mentre il Presidente americano Obama atterra all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, l’apparato di sicurezza americano ed israeliano è in stato di massima allerta.
La variabile più imprevedibile dello scenario mediorientale, la Siria, potrebbe determinare l’agenda della visita del presidente americano in Medio Oriente.
Due giorni fa, il 18 marzo 2013, alcuni aerei siriani appoggiati da elicotteri hanno bombardato, in territorio libanese, un villaggio sunnita a circa quattro chilometri dalla frontiera con la Siria. Il villaggio in questione è un possibile crocevia dei rifornimenti ai ribelli siriani che minacciano i collegamenti tra la capitale Damasco e la costa della Siria. L’esercito libanese non vuole essere trascinato in uno scontro settario e non interviene contro la comunità sunnita, così dopo aver lanciato un ultimatum, Al Assad ha dato ordine alla propria aviazione di bombardare in territorio libanese. Questa escalation ha suscitato fortissime critiche del Dipartimento di Stato americano che ha parlato di situazione inaccettabile. Secondo i nostri analisti la situazione per Washington è inaccettabile in particolar modo per la tempistica di tale intervento, a poche ore dall’arrivo in Israele del Presidente americano. Ulteriori raid siriani in territorio libanese potrebbero destabilizzare il paese dei cedri proprio durante la visita di Obama, per non parlare delle voci del possibile utilizzo di armi chimiche. Il caos in Libano equivale al caos in tutta la regione.
In una situazione di allargamento del conflitto il coinvolgimento, diretto o indiretto, di Israele è più probabile. Se ciò accadesse durante la visita in Israele di Obama il mondo potrebbe assistere alla fuga precipitosa dell’Air Force One da Israele. Una fuga che azzererebbe il rispetto, già scarso, che i ribelli siriani hanno per gli Stati Uniti. Una fuga che, nelle intenzioni del Rais siriano, metterebbe in evidenza la profonda paura che pervade ogni gesto di politica internazionale dell’amministrazione americana.
La probabilità che così gravi incidenti accadano è estremamente bassa, ma in questo nostro post abbiamo comunque cercato di fornire una chiave di lettura ai recenti episodi che hanno visto le forze regolari siriane attaccare bersagli oltre i confini della Siria.