Il test missilistico di questa notte, eseguito della Corea del Nord, merita un approfondimento direttamente qui sul nostro sito.
Il missile è stato lanciato da una base nei pressi di Pyongyang, evidenziando l’estrema dispersione delle forze strategiche missilistiche a disposizione di Kim, ed ha sorvolato l’isola giapponese di Hokkaido ad una quota di oltre 500 km di altezza. Le sirene antiaeree hanno diffuso l’allarme in parte dell’isola più settentrionale del Giappone e il sistema di allarme via SMS e TV ha avvisato i residenti di cercare immediatamente riparo all’interno delle abitazioni, possibilmente nei piani bassi, o seminterrati, per il pericolo che un malfunzionamento del vettore potesse far precipitare parte del missile nord coreano sul territorio nipponico.
L’allarme è stato inoltre funzionale a verificare in condizioni reali le capacità di allertamento del sistema di difesa civile giapponese e la conseguente risposta della popolazione, in prospettiva di un reale utilizzo del medesimo mezzo di allarme in caso di conflitto con la Corea del Nord.
Ma non sono queste le informazioni sulle quali vogliamo farvi focalizzare oggi.
Vogliamo porre l’accento sulla traiettoria del missile, sull’apogeo e sulla gittata reale.
Il missile ha raggiunto una distanza di 3700 Km. Potrebbe sembrare che questa gittata sia lo spazio maggiore che il missile può raggiungere, ma non è così.
Analizzando i dati relativi all’apogeo ricaviamo che il missile non ha viaggiato lungo la traiettoria di massima efficienza, ma lungo una parabola che ha toccato i 750 km di altezza.
Non conosciamo ancora la tipologia del vettore utilizzato, ma qualunque esso sia, per la distanza raggiunta, un apogeo di 750 km non è compatibile con la traiettoria balistica di minima energia.
Perchè dunque lanciare questo missile ad una distanza inferiore alla sua massima gittata, ad allo stesso tempo però non utilizzare quelle parabole ad altissimo apogeo che avevano caratterizzato i primi lanci dei missili balistici a lungo e lunghissimo raggio della Corea del Nord?
Perché il lancio di questa notte ha simulato in tutto e per tutto la traiettoria ideale necessaria per colpire l’isola di Guam partendo dalla Corea del Nord.
Abbiamo quindi assistito alla prova generale di un lancio missilistico che potrà avere come bersaglio il territorio americano di Guam.
Il lancio va quindi considerato una prova generale di un possibile lancio contro l’isola americana che è sede di una importantissima base aeronavale americana.
Kim ha dimostrato di avere la capacità tecnica di colpire Guam in 17 minuti.
Ora la parola torna agli Stati Uniti, che dovranno scegliere se seguire il presidente sud-coreano Moon lungo la strada che concederà aiuti alla Corea del Nord (insieme alla riduzione delle esercitazioni congiunte Sud Corea – Stati Uniti) oppure ristabilire la loro capacità di deterrenza militare.
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