La comunità occidentale, guidata dagli Stati Uniti d’America, avrebbe già programmato nuove sanzioni economiche contro la Federazione Russa, nel caso in cui Mosca decidesse di continuare a sorreggere la rivolta degli indioendentisti oppure decidesse di intervenire con le proprie truppe direttamene nel Donbass.
Le voci di sanzioni economiche giungono da una istituzione che potrebbe avere un ruolo chiave nelle prossime settimane/mesi. Parliamo della IEA (l’Agenzia Internazionale dell’Energia), secondo alcune fonti interne, avrebbe dato disposizione ai paesi che posseggono riserve strategiche di petrolio di essere pronti a rilasciare greggio da tali depositi nel caso in cui venissero messe in atto sanzioni economiche che bloccassero l’esportazione di greggio dalla Russia verso l’occidente.
Tali indicazioni, unite al rafforzamento militare russo ai confini ucraini, alla presenza di missili antiaerei in Ucraina Orientale nelle mani degli indipendentisti, così come la presenza di alcuni carri armati T-64 nel Donbass nelle mani dei filo russi, ci fanno pensare che sia molto probabile, oggi più di tre settimane fa, una iniziativa militare russa nel Donbass.
Un’iniziativa russa che potrebbe essere anticipata da un vero e proprio ultimatum a Kiev e ai separatisti di sospendere le ostilità entro 24 ora, passate le quali truppe della Federazione Russa potrebbero entrare ufficialmente come “forza di interposizione” negli
Oblast’ orientali dell’Ucraina aprendo le ostilità tra Russia e Ucraina in maniera “ufficiale”.
Tale mossa di Mosca giustificherebbe la richiesta di IEA di prepararsi ad un rilascio di emergenza delle riserve strategiche di petrolio al fine di evitare un picco nel prezzo del greggio, petrolio che nelle ultime settimane ha toccato i massimi degli ultimi 12 mesi con il WTI che viaggia costantemente a circa 107$ il barile.