Netanyahu: abbiamo colpito Hezbollah in Siria decine di volte
Il premier israeliano Netanyahu ha affermato, durante un suo viaggio all’estero, ed in un momento nel quale egli non avrebbe dovuto essere registrato da un microfono della sala, che Israele ha colpito le milizie di Hezbollah decine di volte in Siria. I raid sarebbero avvenuti mentre i soldati del Partito di Dio cercavano di trasferire in Libano armi avanzate presenti in Siria.
Sulle nostre pagine abbiamo spesso riferito dei raid aerei di Gerusalemme in Siria, raid spesso eseguiti contro le milizie filo-iraniane.
Oggi il premier israeliano, contravvenendo ad una tradizione consolidata dello stato ebraico, conferma pubblicamente le azioni militari “non ufficiali” di Gerusalemme.
Non crediamo che il capo del governo di Israele abbia rilasciato queste dichiarazioni ignorando il fatto che sarebbero state riprese e diffuse su scala mondiale. Riteniamo che Netanyahu abbia voluto inviare un fortissimo messaggio all’Iran e alle milizie sciite dell’Hezbollah, una vera e propria minaccia di azioni militari ben più vaste e palesi contro l’Iran e i suoi alleati in Libano e Siria. Una minaccia che si concretizzerà se verrà messa in discussione la supremazia militare israeliana lungo i confini settentrionali dello Stato Ebraico.
Rendere palese il ruolo delle forze armate israeliane nel contrasto di Hezbollah, e quindi dell’Iran, pone dinanzi a tutti gli attori regionali il fatto che Israele ha già iniziato un conflitto armato con gli sciiti libanesi e che lo Stato Ebraico è quindi nel concreto già impegnato in una “guerra” con Hezbollah, guerra che potrebbe rapidamente aumentare di intensità nei prossimi mesi.