In un mondo globalizzato, schiavo della Rete, dove tutti sono osservati, dove tutti sono spiati, dove nessun luogo non è in vista da parte dei satelliti spia, in un pianeta dove ogni comunicazione viene in qualche modo monitorata, può ancora esistere la “nebbia della guerra”? Può ancora esistere una incertezza rispetto alle operazioni militari prossime venture nel nostro sistema contemporaneo basato sulle informazioni e sull’assenza sostanziale di privacy?
La risposta è no, la nebbia della guerra non può più esistere durante un conflitto ormai innescato. La nebbia della guerra però rimane un elemento cruciale “prima” di un conflitto, ed in questa fase può essere più densa che in passato.
Nelle settimane e ancora di più nei giorni che dovessero precedere una guerra le azioni della nazione pronta ad attaccare cercherebbero in ogni modo di disorientare l’avversario, assuefare la comunità degli analisti geostrategici e l’opinione pubblica del nemico. Questo avverrebbe mediante il continuo spostamento delle truppe, con manovre militari sempre più frequenti e allerte senza preavviso di raggruppamenti sempre più ampi di uomini e mezzi. Il continuo movimento di truppe verrebbe sempre e comunque definito dalla nazione attaccante come una normale routine militare svolta all’interno dei propri confini; tali attività militari, se iniziate in un ampio arco temporale prima dell’inizio delle ostilità, verrebbero interpretate a lungo andare, da una parte non minoritaria degli analisti geostrategici, come un bluff della nazione considerata come potenziale attaccante, mentre coloro i quali valutano la guerra una opzione concreta e reale, anche se non ancora presente, vedrebbero sul lungo termine la loro posizione indebolirsi costantemente. Nel caso di attualità stiamo osservando spostamenti strategici russi ed esercitazioni massicce di prontezza al combattimento dallo scorso mese di aprile con una nuova fase di mobilitazione iniziata a novembre e ripetuta con intensità ancora maggiore in queste ultime due settimane.
Qui uno dei tanti video disponibili sulla rete relativi ai movimenti militari russi
Questa particolare “nebbia della guerra” si intensificherebbe ancora nei 10-15 giorni antecedenti l’inizio delle ostilità, con azioni di “distrazione” attuate su fronti ritenuti secondari e che non saranno oggetto del conflitto (perlomeno nelle intenzioni iniziali della nazione attaccante), atte a far apparire il conflitto imminente essere potenzialmente in grado di coinvolgere un’ampia area geografica, più ampia rispetto a quella che in realtà sarà l’iniziale area di operazioni. Questa tecnica di guerra psicologica tende a far considerare come accettabile un conflitto di minori proporzioni rispetto a quello che potrebbe deflagrare se la guerra si manifestasse nella sua configurazione più ampia. Nel nostro caso specifico lo spauracchio di una azione di guerra da parte di Mosca contro nazioni scandinave (in particolare la Svezia).
Nello stesso momento, mentre le strutture e le istituzioni militari vanno continuamente affermando che non esiste nessuna preparazione per una azione militare contro uno specifico obiettivo (ed in questo caso per la nostra situazione contingente sarebbe l’Ucraina), la diplomazia cercherebbe di rendere chiare le proprie intenzioni alla controparte, con la pubblicazione di nette ed evidenti “linee rosse” che, se superate, sarebbero in grado di determinare il “casus belli” che innescherebbe il conflitto. I diplomatici, che storicamente hanno sempre avuto il compito di evitare l’utilizzo dello strumento militare, una volta raggiunta la determinazione dell’inevitabilità del conflitto, diventerebbero strumenti di propaganda ed essi stessi mezzi per infittire la nebbia che precede il conflitto. Ai giorni nostri osserviamo, nelle ultime ore, dichiarazioni sempre più enigmatiche da parte di figure di primissimo piano di vertici della Federazione Russa, come ad esempio il ministro degli esteri Lavrov:
S. Lavrov 15/01/2022
Abbiamo atteso per molto tempo una risposta alle nostre richieste di sicurezza, ora la nostra pazienza è finita
Oppure da parte del portavoce del Presidente Putin Pskov:
A. Peskov 16/01/2022
Le truppe russe si trovano sul territorio della Federazione Russa vicino al confine ucraino, e riteniamo necessario lasciarle lì di fronte a una situazione molto tesa, un’atmosfera ostile creata da varie esercitazioni NATO, combattenti NATO e aerei spia, l’avanzamento delle infrastrutture della NATO fino ai confini.
La Nebbia della Guerra svanirà al primo lancio missilistico contro obiettivi strategici della nazione oggetto di una eventuale guerra, ma le ombre continueranno a muoversi fino a quel giorno nell’opacità e nel caos che vengono a sommarsi durante la preparazione di un conflitto che speriamo di non vedere emergere mai dalle brume di questa operazione asimmetrica di confusione e ordine, solo apparentemente in antitesi tra loro.
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