Una Task Force, composta da sole due unità navali, della marina militare iraniana è salpata la sera del giorno 8 aprile dal porto di Bandr-Abbas con destinazione il Golfo di Aden, antistante l’omonima città dello Yemen dove infuria la battaglia tra milizie filo iraniane sciite, e milizie filo saudite sunnite.
La Task Force è composta da una Fregata classe Alvand ex britannica, con modeste capacità antiaeree e antinave, e dal rifornitore di gruppo Bushehr, riadattato negli ultimi anni come piattaforma in grado di ospitare un distaccamento di elicotteri della marina iraniana e usata come una rudimentale portaelicotteri. Queste due navi sono salpate, come dicevamo, per il Golfo di Aden per una “missione antipirateria”, tuttavia appare evidente che in caso di necessità potrebbero essere impiegate nella crisi yemenita.
Le navi iraniane dovrebbero arrivare in zona di operazioni tra il 13 e il 14 aprile e posizionarsi in acque internazionali.
Esiste, a nostro avviso, la concreta possibilità che l’Iran voglia mettere in atto procedure di evacuazione dei propri cittadini presenti in Yemen, nel caso in cui le milizie sciite degli Houti dovessero soccombere ad una offensiva di terra dell’Arabia Saudita (ora invece gli Houti continuano a guadagnare terreno in Yemen).
In Yemen sono presenti elementi delle Guardie della Rivoluzione iraniana che svolgono funzioni di coordinamento e comando delle milizie sciite che combattono le milizie sunnite. In caso di sconfitta degli Houti gli uomini di Teheran dovrebbero essere evacuati rapidamente, ed a questo scopo si adatta la nave Bushehr con i suoi elicotteri di bordo.
Cinesi, Russi ed altre nazioni dell’area hanno evacuato i propri concittadini dallo Yemen, ma nel caso degli iraniani sussiste una differenza non da poco: i sauditi li ritengono forze combattenti e per questo Riad non dovrebbe consentire alle navi ed agli elicotteri dell’Iran di operare nello spazio aereo e all’interno delle acque territoriali dello Yemen.
Resta ora da vedere come si comporteranno gli iraniani nel caso in cui una offensiva di terra saudita mettesse in pericolo i propri ufficiali sul campo.
A nostro avviso gli alti ufficiali delle Guardie della Rivoluzione e la stessa Guida Suprema iraniana non lasceranno i loro uomini di punta nella regione cadere vivi nelle mani dei sauditi. Ai Pasdaran potrebbe essere quindi chiesto di morire combattendo fino all’ultimo uomo, oppure potrebbe essere ordinato agli elicotteri della Bushehr di recuperarli.
Dopo un’attenta riflessione e dopo aver valutato gli atteggiamenti iraniani degli ultimi anni, i discorsi della Guida Suprema e del Presidente riteniamo che, attraverso i canali diplomatici aperti tra Usa e Iran, i vertici della Repubblica Islamica faranno giungere ai sauditi un chiaro avvertimento che, in caso di sconfitta degli Houti, le forze armate iraniane eseguiranno una operazione di recupero dei cittadini iraniani in Yemen e che, in caso di attacco saudita agli elicotteri o alle navi di Teheran, l’Iran risponderà contro l’Arabia Saudita nel Golfo Persico in maniera “proporzionata” ma non simmetrica (non abbatteranno un elicottero dei sauditi ma attaccheranno ad esempio una corvetta).
Se le nostra considerazioni sono corrette ora tocca a Riad decidere, insieme agli alleati della Regione, che comportamento attuare nei confronti di mezzi militari iraniani che dovessero violare lo spazio aereo o le acque territoriali dello Yemen, e noi non abbiamo ora elementi sufficienti per prevedere quale sarà la decisione del Regno dei Saud