I dati di Eurostat sono utili per mettere a confronto le diverse situazioni che vi sono tra i vari Stati membri. Gli ultimi dati forniti riguardano il tasso di mortalità ed il tasso di natalità per l’anno 2015. Per la prima volta si registra una differenza negativa tra nati e mortalità. La popolazione complessiva, toccando i 510,1 milioni (erano 508,3 1 anno prima) è cresciuta ma, come è facile immaginare, è dovuto principalmente all’immigrazione. Guardando i dati dei singoli Stati non possiamo certo festeggiare. Nella classica per tasso di natalità (media del 10,0‰) chiudiamo all’ultimo posto con l’8‰. Nella stessa situazione anche Grecia (8,5‰) e Portogallo (8,3‰). Ai primi posti troviamo invece l’Irlanda con il 14,2‰, Francia (12,0‰) e Svezia (11,7‰). Per quanto riguarda la mortalità, il dato italiano (10,7‰) è vicino alla media europea, pari a 10,3‰. Guidano la classica Bulgari (15,3‰), Lituania (14,4‰) e Bulgaria (15,3‰). C’è poco da dire. La difficoltà del nostro paese di fornire i giusti mezzi e le giuste risorse per “fare figli” è diventata oramai un problema strutturale. Sappiamo bene quanto pesi il welfare per le casse italiane ma serve uno sforzo per indirizzare le risorse a disposizione per ringiovanire il nostro paese. Fare affidamento sul l’immigrazione, come già sostenuto in passato dal nostro gruppo, vorrebbe dire arrendersi, ma ciò implicherebbe altri problemi di tipo economico/lavorativo
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