I nostri analisti attendevano il discorso di Nasrallah, in quanto il leader di Hezbollah aveva parlato in pubblico solo 11 giorni fa e solitamente egli si presta solo ogni 4/6 mesi a discorsi televisivi. Qualcosa di fondamentale doveva comunicare Nasrallah, ma non pensavamo a dichiarazioni così nette e in così forte contrasto alle linee rosse tracciate da Israele relative al trasferimento d i missili antiaerei avanzati e d i missili da crociera supersonici dalla Siria al Libano.
Il discorso di oggi di Nasrallah è quasi una dichiarazione di guerra allo stato ebraico, mentre Stati Uniti, Russia, Giordania, Monarchie del Golfo, Egitto e Turchia cercano di rilanciare il processo di pace tra Israele e la Palestina, Hezbollah cerca di rifocolare l’odio per Israele presente più o meno latente in molte popolazioni arabe.
La posizione di Nasrallah minaccia direttamente Israele, non solo riferendosi alla volontà della milizia libanese di acquisire armi di moderna concezione, in grado di creare non pochi problemi agli israeliani, ma annunciando pubblicamente l’intenzione di voler combattere per le alture del Golan.
Il discorso del leader libanese potrebbe concretizzarsi in un attacco di Hezbollah e Siria allo stato di Israele, nel caso in cui avvenisse un nuovo raid della Aeronautica Militare Israeliana in Siria o nel sud del Libano. Il casus belli sarebbe il prossimo raid di Israele in Siria, l’obiettivo ufficiale riconquistare il Golan, l’obiettivo reale cercare di evidenziare eventuali punti deboli dello stato di Israele e contemporaneamente ridurre le capacità belliche israeliane in prospettiva di un possibile attacco della IAF alle installazioni nucleari iraniane dopo le elezioni presidenziali di giugno.
Sulle coste orientali del mediterraneo si combatte una partita che ha il suo fulcro nel Golfo Persico, ma che verrà decisa nelle prossime settimane dall’evoluzione della guerra di Siria.
Nashrallah dichiara: la Siria ci fornirà armi avanzate, combatteremo per il Golan
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