Vedere missili che colpiscono una città di Israele sarà solo questione di tempo, non lo afferma un analista di una agenzia di intelligence ma il ministro israeliano che ha la responsabilità dell’Home Front Command, il comando della difesa interna dello stato di Israele. Il suo nome è Gilad Erdan e nella giornata di ieri ha rilasciato una dichiarazione alla radio militare di Israele, nella quale egli afferma che non bisogna domandarsi se le città israeliane saranno colpite da missili ma solamente è necessario chiedersi quando ciò accadrà. E l’arco temporale citato dal ministro israeliano non è di medio o lungo periodo. Erdan si riferisce chiaramente alla situazione di tensione che si sta vivendo nel nord di Israele, la mobilitazione delle milizie di Hezbollah e le continue scaramucce al confine con la Siria. Ma il pensiero del ministro corre probabilmente alle ripercussioni del prossimo raid aereo israeliano in Siria, nel caso in cui armi di moderna concezione dovessero passare sotto il controllo della milizia sciita libanese. Se ciò accadesse un barrage di missili contro il territorio israeliano sarebbe estremamente probabile, con il conseguente coinvolgimento degli insediamenti urbani israeliani. Il ministro aggiunge che una escalation al nord è un evento possibile e che non dipende esclusivamente dal comportamento che terranno le forze armate israeliane.
L’intervista di Gilad Erdan sembra essere un modo, nemmeno tanto velato per spingere la popolazione israeliana a prepararsi ad ogni evenienza, senza dover diramare comunicati ufficiali che innalzerebbero ulteriormente la tensione con la Siria e alimenterebbero un clima di insicurezza nella popolazione israeliana, che seppur addestrata a gestire condizioni di conflitto, questa volta potrebbe essere costretta a confrontarsi con uno degli attacchi missilistici più massicici e prolungati nella storia dello stato ebraico. È altamente probabile che, nel caso in cui la Siria iniziasse un attacco missilistico contro Israele, le forze missilistiche di Hezbollah si potrebbero coordinare con i siriani al fine di saturare le difese antimissile di Israele, dividere le risorse dell’aviazione israeliana e massimizzare i danni dell’attacco.