Missile “Carrier Killer” made in Iran
Nella giornata di ieri martedì 16 aprile 2013 i media iraniani, Press Tv in testa, hanno pubblicizzato il lancio di prova di un nuovo vettore missilistico balistico. La notizia è passata sotto silenzio sui media tradizionali concentrati sugli attentati di Boston, che hanno riportato gli Stati Uniti d’America nell’incubo del terrorismo.
Secondo le fonti giornalistiche iraniane le forze armate della Repubblica Islamica avrebbero testato un missilie superficie-superficie progettato per colpire unità navali nelle acque del Golfo Persico o del Golfo di Aden. La caratteristica peculiare di questo missile è di essere un missile balistico, un vettore cioè che decolla verticalmente, esce dall’atmosfera terrestre per poi compiere una parabola che lo fa tornare quasi verticale verso il bersaglio. Solitamente i missili superficie-superficie, progettati con compiti antinave, sono missili da crociera e non missili balistici, di conseguenza le forze navali si sono specializzate nel neutralizzare questo tipo di minaccia.
In questo caso ci troviamo dinnanzi ad un missile balistico, un’arma contro la quale non esiste un sistema progettato specificamente per la difesa delle flotte. Solo il sistema AEGIS americano è in grado di confrontarsi con la minaccia dei missili balistici, ma non tutte le unità ne sono provviste e comunque AEGIS, per quanto avanzato, non è un sistema infallibile.
Quella iraniana non è una novità assoluta, prima degli iraniani i cinesi hanno sviluppato un missile balistico dotato di una testata “attiva”, munità cioè di apparati optoelettronici in grado di tracciare un bersaglio galleggiante e dirigere il missile contro di esso. Questa arma è stata testata l’anno scorso delle forze armate cinesi con successo e nell’ambiente il missile viene chiamato “Carrier Killer”, l’assassino delle portaerei in quanto è stato concepito e sviluppato per attaccare le portaerei nucleari americane e limitare la capacità di “Power Projection” Usa nell’area del pacifico occidentale.
La notizia del test iraniano è importante per chi segue gli sviluppi della regione mediorientale, sebbene l’esercito della Repubblica Islamica non abbia fornito filmati o prove documentali del successo del test, in quanto l’entrata in servizio del nuovo missile potrebbe potrebbe tradursi in una possibile limitazione alla libertà di azione delle grandi flotte americane che pattugliano il Golfo Persico.
Sarebbe inoltre interessante comprendere se il missile testato degli iraniani sia integralmente progettato e costruito in Iran o se Tehran abbia ricevuto un aiuto diretto dalla nazione che prima tra tutti ha sviluppato con successo un Carrier Killer. Le agenzie goveranive, grazie all’uso dei satelliti militari e dei droni che sorvegliano costantemente sia Cina che Iran, posseggono gli elementi per rispondere ai dubbi che lo Staff di GPC si è posto in queste ore. Noi per ora siamo costretti a fermarci qui in quanto non disponiamo di quei dati tecnici e delle immagini che potrebbero essere utili per rispondere alle nostre domande. Se la rete e le nostre fonti Open Source ce ne daranno la possibilità torneremo sull’argomento e approfondiremmo i contenuti di questo post.