La Corte Suprema di Nuova Delhi ha rinviato di una settimana la decisione sulla sorte dei nostri due fucilieri di marina ancora prigionieri in India. Oggi la Corte indiana avrebbe dovuto decidere sul capo di imputazione per i nostri fucilieri e di conseguenza valutare l’applicabilità, incredibile e folle, della legge antiterrorismo.
Tuttavia il procuratore incaricato di formulare i capi di accusa ha richiesto un rinvio di altre tre settimane, ma a questo punto è intervenuto il presidente della corte, che ha ordinato un rinvio di un’altra settimana, esso sarà probabilmente l’ultimo rinvio che la corte concederà all’accusa.
Lunedì prossimo sapremo quindi che decisione avrà preso la giustizia indiana. Quello che noi tutti ci auguriamo è che, grazie all’interessamento dei nostri alleati, venga ripristinato il diritto internazionale.
Ripristinare il diritto internazionale non vuol dire non chiedere la pena di morte per i nostri fucilieri, ripristinare il diritto internazionale significa riportare il processo nel luogo previsto dalla legge internazionale sul diritto del mare e quel luogo è l’Italia, non l’India.
Questo deve chiedere il nostro governo, il nostro rappresentante in India, che troppe volte ha sorriso ad abbassato la testa, le nostre forze politiche e tutto il popolo italiano.
Se li lasceremo soli resteranno in India per i prossimi trent’anni, se saremo uniti e decisi li processeremo in Italia, garantendo che il diritto prevalga sui nazionalismi e sugli interessi diparte.
Forza ragazzi, tenete duro.
SAN MARCO!