Due navi americane operanti nel Mediterraneo Orientale hanno lanciato 59 missili Cruise contro una base aerea siriana nella regione di Homs, la base di Al Shariat, dalla quale gli americani ritengono che sia decollato l’aeromobile accusato di aver condotto l’attacco con gas nervino nella regione di Idlib.
L’attacco è avvenuto senza chiari ultimatum nei confronti della Siria, ma avvisando Damasco e Mosca alcune decine di minuti prima del lancio in modo tale da evitare vittime russe e limitare la vittime siriane.
L’attacco americano quindi può essere classificato, non come un tentativo di determinare un cambio di regime in Siria, ma unicamente come un pesante avvertimento nei confronti della Siria, dell’Iran, della Russia e anche della Cina. Ricordiamo infatti che l’attacco è avvenuto durante la visita del presiedente cinese Xi presso il resort di Mar a Lago, buen ritiro del presidente Trump, e dove il magnate americano riceve gli ospiti internazionali nel fine settimana.
Tuttavia l’azione di Trump non resterà priva di conseguenze, troppo palese la violazione di sovranità della Siria, troppo forte il messaggio di supremazia inviato dal pentagono ai colleghi di Mosca.
Come reagirà ora Mosca all’azione americana è la vera domanda che tutti noi dobbiamo porci. Se lo Strike aereo americano avesse colpito massicciamente il dispositivo militare russo in Siria, la risposta di Mosca sarebbe stata immediata, ma senza danni o vittime tra i cittadini russi la questione si presta a molteplici tipologie di rappresaglie, da quella diplomatica per arrivare a quella militare.
Il Cremlino ha dichiarato che l’azione americana rappresenta un atto di aggressione e un’azione illegale; la Russia ha chiesto la convocazione urgente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Questa risposta può apparire debole ad una prima impressione. Ricordiamo però che il Diritto Internazionale prevede che in caso di disputa, anche militare, il primo atto formale che un paese deve compiere è interessare il Consiglio di Sicurezza della vicenda. Parallelamente il paese che si ritene offeso o minacciato può intraprendere misure per tutelare i propri interessi includendo misure militari.
Riteniamo che l’attuale situazione politica europea rappresenti il maggior freno alle volontà di rappresaglia dei falchi del Cremlino. Alla vigilia delle elezioni francesi un confronto militare diretto, seppur limitato, tra Russia e Occidente potrebbe essere un colpo mortale alle ambizioni presidenziali di Marine Le Pen, legata a doppio filo alle sorti e alle simpatie dei francesi nei confronti della Russia e del Presidente Putin.
Se la Russia dovesse comunque scegliere di effettuare una rappresaglia nei confronti delle forze militari americani riteniamo che l’opzione più probabile sia rappresentata da un attacco aereo contro una installazione americana presente in terra siriana, previo avviso al pentagono dell’imminente raid aereo.
La seconda opzione che Mosca ha a disposizione è ingaggiare con i missili anti aerei i caccia americani che sorvolano lo spazio aereo siriano.
Monitoriamo la situazione costantemente e vi informeremo puntualmente sull’evoluzione della vicenda.
Addendum
Mosca ha annunciato la sospensione del protocollo atto ad impedire conflitti aerei nei cieli della Siria e la sospensione della coordinazione nel controllo dello spazio aereo con gli americani
Aggiornamento ore 15:52
Il preavviso americano alla controparte russa riguardo al raid in Siria è stato di 30 minuti e comunicato attraverso il canale militare atto ad evitare interferenza sui cieli siriani tra le due forze militari. Il canale è stato chiuso da Mosca ha chiuso poche ore fa, nessuna possibilità di usarlo nuovamente in caso di necessità