L’Iran ha lanciato, in aperta sfida nei confronti del presidente americano Trump, un missile balistico con una gittata di 750 Km. La notizia è stata lanciata della CNN e al momento non confermata ufficialmente dalla Casa Bianca.
Il vettore, che in base alla gittata dovrebbe essere un Shahab 2 migliorato, denominato Qiam 1, con una testata maggiorente aerodinamica ed una precisione migliorata (CEP 300m).
Il vettore è in grado di colpire obiettivi con una accuratezza che lo limita ad arma di rappresaglia o utile contro grandi installazioni industriali o militare, non considerando le città. Con il suo raggio di azione può colpire la totalità della Penisola Araba ma non lo Stato di Israele.
Tuttavia molta più importanza è da attribuire alla valenza politica di tale atto, che segue di 24 ore esatte il lancio di un vettore balistico dallo Yemen contro i sobborghi di Riad. Secondo il nostro gruppo il messaggio che l’Iran invia a Trump è chiaro, anzi cristallino.
L’Iran non accetta le linee rosse del presidente americano Trump e lo sfida a far seguire i fatti alle parole, le azioni alle minacce.
Tra una dozzina di giorni la portaerei Bush sarà operativa dinanzi le coste dello Yemen, con grande portabilità attaccherà bersagli vitali dei ribelli Houti, appoggiati dall’Iran, per poi far rotta per il mare Arabico e quindi transitare nello Stretto di Hormuz, senza cercare il consenso, seppure verbale, degli iraniani.
Negli ultimi anni Teheran ha preteso che le porterei americane comunicassero con la base navale iraniana di Banadr Abbas per coordinarsi (per essere autorizzate) durante il passaggio dello Stretto di Hormuz.
Se la nostra visione dei fatti è corretta la Bush non contatterà la controparte iraniana e attraverserà lo Stretto di Hormuz.
A questo punto si aprono scenari diversi e complessi, che vi illustreremo in un prossimo post.