Per prima cosa una così importante dazione di prodotti petroliferi, non solo greggio ma anche prodotti raffinati in particolare Diesel e benzina, ribadisce per l’ennesima volta ed in maniera pubblica il supporto incondizionato e massiccio dell’Iran all’alleato siriano. Supporto che, alla pari delle forniture militari russe e dello stesso Iran, nonché delle migliaia di uomini del partito libanese Hezbollah inviati a combattere in Siria, mantiene in vita il regime del presidente Al Assad.
In seconda istanza il fatto che l’Iran regali alla Siria 2,5 miliardi di dollari in petrolio e, fatto ancor più importante, in prodotti raffinati dimostra che l’economia iraniana, non solo non è collassata sotto la pressione delle sanzioni americane, ma che possiede ancora la forza necessaria per sostenere i propri alleati, Siria e Corea del Nord in maniera particolare.
Vogliamo portare la vostra attenzione sui prodotti petroliferi raffinati, sapete perché? Perché negli ultimi due anni, quando si iniziò concretante a parlare di sanzioni contro l’Iran, in molti sia in America che in Medio Oriente, chiedevano che conto l’Iran venissero istituite le consistette “sanzioni paralizzanti”. Di cosa si trattava? Il termine “sanzioni paralizzanti” si riferiva ad una serie di provvedimenti che non colpissero solo l’esportazione di greggio iraniano ma sanzioni che si focalizzassero sulla necessità iraniana di importare prodotti raffinati, vista l’allora carenza di capacità di raffinazione.
Le sanzioni paralizzanti non furono mai istituite. Oggi a distanza di oltre due anni quel tipo di sanzione economica probabilmente non sarebbe più definita paralizzante. Il fatto che l’Iran sia in grado di regalare ai siriani prodotti petroliferi raffinati dimostra che gli sforzi iraniani per aumentare le proprie capacità di raffinazione sono andati a buon fine, e ora l’industria petrolifera nazionale possiede un surplus di prodotto che può essere ceduta all’alleato in difficoltà.
In senso lato questa notizia dimostra che la Repubblica Islamica iraniana ha reagito con efficenza alle sanzioni economiche, le quali hanno si dato problemi all’economia del paese ma non l’hanno messa in ginocchio, anzi oggi l’Iran appare molto meno sensibile alle sanzioni intenzionali; non possiamo affermare che Tehran sia ormai immune alle sanzioni americane ma l’impatto di queste misure sulla Repubblica Islamica è molto più limitato di quanto i media tradizionali fanno a volte intendere.