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L’indipendenza della Crimea deciderà la crisi Ucraina

La crisi ucraina prosegue, certo oggi non esiste più il potenziale rischio di una invasione della province russofone orientali da parte delle truppe della Russia, ma la crisi non ha ancora trovato una soluzione.
Una soluzione che filorussi ed oppositori avevano delineato in quell’accordo che traccia a la Road Map per un nuovo governo in Ucraina e nuove elezioni presidenziali entro la fine del 2014, un accordo disatteso dai filo europei e dai nazionalisti più radicali, ed è da questo tradimento degli accordi che è derivata l’operazione russa in Crimea.
Ed è proprio in Crimea che si deciderà l’evoluzione della crisi Ucraina. Sì, perché il presidente Putin ha chiaramente dichiarato di non voler annettere la Crimea alla Russia, ma è altresì lampante nonostante le smentite ufficiali del Cremlino, che i 10000 uomini in armi presenti nella penisola di Crimea sono appartenenti alle forze armate russe, sebbene senza insegne sulle uniformi.
La popolazione russa della Crimea non ha mai accettato di essere sottoposto alla sovranità di Kiev e le richieste di autonomia sempre maggiore, e di indipendenza, si sono ripetute dal crollo dell’URSS ai giorni nostri. Putin ha sfruttato il desiderio di indipendenza dei russi di Crimea per riprendersi un obiettivo geopolitico strategico come la Crimea, dopo che per vent’anni la Russia ha visto uscire dal proprio controllo basi strategiche, paesi cuscinetto, e mercati dove prima aveva il completo monopolio dei commerci.
La Crimea sarà così chiamata presto ad esprimersi sulla propria indipendenza, e sulla federazione alla Russia, una indipendenza che permetterà alla Crimea di essere riconosciuta da Mosca e di siglare patti di cooperazione nei settori strategici della difesa, del commercio e dell’energia.
Sì perché il sì al referendum e per noi altamente probabile, il 60% della popolazione di Crimea è russa ed andranno a votare tutti, malati e moribondi inclusi.
Il fatto é che se il sì al referendum è molto probabile, il non riconoscimento del neonato stato da parte di Ucraina, Stati Uniti, Regno Unito e Francia è anch’essa una facile previsione da fare.
Più complesso é più complesso prevedere come reagiranno nei fatti queste nazioni all’indipendenza della Crimea.
La popolazione di Crimea sarà chiamata all’autodeterminazione, ma questa autodeterminazione sarà riconosciuta da Kiev e dai suoi alleati?
Esiste la concreta possibilità che l’Ucraina non riconosca la legittimità, non solo dell’indipendenza della Crimea, ma anche dello stesso referendum.
Nei giorni antecedenti il referendum nella penisola che si affaccia sul Mar Nero, oppure alla proclamazione dei risultati, Kiev dovrà scegliere, dovrà scegliere se accettare una Crimea indipendente e negoziare con Putin le future relazioni di Ucraina e Russia oppure se andare alla guerra per Sebastopoli.
Questa è la prospettiva che ci attende a ridosso del 16 di marzo, data nella quale è stato fissato il referendum per l’indipendenza della Crimea. Nei prossimi giorni dovremo invece assistere ad uno stabilizzarsi della tensione ed ad una lieve distensione da parte russa, mentre Stati Uniti e NATO rafforzeranno i propri apparati di controllo, la prontezza della marina, delle forze aeree e delle forze di terra dei paesi appartenenti un tempo all’ex patto di Varsavia.
La tensione tornerà a salire all’approssimarsi del 16 marzo prossimo.