Questo è il terzo possibile scenario sull’evoluzione della crisi libica, il meno probabile ma che va comunque enunciato
Libia, estate del 2016, dopo diciotto mesi di battaglia, di attentati suicidi, di caos generato dalla presenza degli uomini del Califfato in Libia, le due principali forze che si contendono l’egemonia sul paese sono riuscite, grazie ad un coordianamento derivato dagli accordi di Ginerva, a sradicare dalla Libia gli uomini dello Stato Islamico.
Ora però, come spesso accade nella storia della geopolitica, sconfitto il comune nemico le tribù di tripoli-misurata e il governo riconosciuto internazionalmente di Tobruk non collaborano più è solo la forza delle armi risulta essere il mezzo per risolvere le controversie tra le due parti in conflitto.
La situazione è di relativo equilibrio ma nel mese di giugno una delegazione ad alto livello del gruppo che controlla la città di Tripoli sale, all’aeroporto della città su un aereo delle linee aeree turche e decolla alla volta di Ankara. Appena atterrati in Turchia si recano al palazzo presidenziale per formalizzare al presidente turco una richiesta di supporto militare.
Già dall’inverno 2014 la Turchia assicurava frequenti voli, sia cargo che passeggeri, tra il proprio territorio e la parte occidentale della Libia, in mano alle tribù di Tripoli-Misurata, tribù che per assetto politico, per fusione dello stato con la religione islamica, per volontà censorie, molto si avvicinavano al modello turco dello stato che viene plasmato in questo periodo storico dal partito islamista al potere.
Ora la Turchia annuncia ufficialmente che fornirà aiuti “non letali” alle tribù che controllano l’Ovest del paese, e che presto inizieranno le consegne di razioni alimentari Halal, divise, elmetti in kevlar giubbotti antiproiettile, sistemi di comunicazione e apparati di posizionamento GPS.
Ma con queste forniture, in quanto di armi in Libia se ne trovano in quantità enormi, le milizie di Tripoli e Misurata avanzano rapidamente verso est e le truppe di Tobruk, si trovano quindi in inferiorità tecnica. Così il governo egiziano decide di fornire al governo di Tobruk non solo i medesimi equipaggiamenti ma anche sistemi anticarro di ultima generazione e istruttori militari che cercano di rimediare alla sopravvenuta inferiorità tecnica del governo laico. Ma alla presenza di istruttori militari egiziani sul suolo libico corrisponde immediatamente la medesima misura da parte di Ankara, naturalmente senza che questo aiuto venga fornito in maniera ufficiale, nel solco delle ultime guerra combattute senza la presenza ufficiale di nessuna nazione.
Siria, Ucraina e ora Libia, diventano loro malgrado protagoniste della “Guerra Fantasma” (la cui teorizzazione troverete lunedì 9 febbraio qui sul sito)