La Presidenza del Consiglio avrebbe nominato circa 50 uomini delle forze armate italiane (in gran parte incursori) membri dei servizi segreti, facendo in modo di poter ordinare direttamente il loro impiego operativo in azioni di guerra in Libia senza che il parlamento debba esprimersi con un voto.
Questa scelta, la scelta di non far votare il Parlamento della Repubblica, determina sul campo il fatto che l’impiego militare italiano sarà per forza di cose limitato ed insufficiente a garantire la riuscita delle operazioni. Su un piano di vista politico esautora il principale organo istituzionale della nostra Repubblica da qualunque scelta sull’intervento militare italiano in Libia. Ricordiamo che la massima istituzione Repubblicana è il Parlamento ed è esso che deve esprimersi, secondo costituzione, quando l’Italia decide di ricorrere all’intervento militare.