Sanzioni contro la Russia, una misura messa in atto dopo l’invasione e successiva annessione della Crimea e dopo il supporto fornito da Mosca ai separatisti filtrassi nel Donbass. Le sanzioni sono un mezzo punitivo, entrate in vigore con le fortissime pressioni dei paesi dell’Est Europa, degli Stati Uniti di Obama e del Regno Unito. Le sanzioni sono state accettate anche da tutti gli altri paesi dell’Unione, inclusi quelli che avevano coscienza di subire i danni maggiori dalle sanzioni in oggetto. Tra i paesi che subiscono ingenti danni dalle sanzioni c’è il nostro Paese, che vantava con la Russia rapporti commerciali privilegiati, mercati in sviluppo per il nostro agroalimentare, per la nostra tecnologia e per i nostri beni di lusso. Questo giro di affari valeva oltre 4 miliari di Dollari all’anno con un trend in costate crescita, superiore al 10% nel 2013.
Ma le sanzioni oltre che impoverire l’Italia, hanno anche un altro effetto non secondario. Senza un interscambio commerciale con Mosca, il nostro paese perde potere diplomatico, cioè riduce il suo “potere contrattuale” nei negoziati che un domani potremmo tenere con Mosca, e subisce ripercussioni massicce anche nel campo dell’approvvigionamento energetico, da sempre il tallone di Achille della politica di sviluppo industriale dell’Italia (volendo considerare i fattori infrastrutturali e non i lati economici e di tassazione), dipendendo oggi sempre più dal nord Africa per il Gas Naturale.
La Russia in questo periodo si sta organizzando per sopperire alle carenze di beni alimentari provenienti dall’Italia, sostituendo i prodotti della nostra terra con ortaggi e frutta provenienti dall’Africa, dalla Turchia e dal Sud America. Stessa sostituzione è in atto nel campo della collaborazione per il commercio dell’energia dove l’estremo oriente, inteso come Cina, ma anche come Giappone, tendono a sostituire l’Europa e l’Italia come partner privilegiati.
L’Italia ha inoltre spesso svolto il ruolo di mediatore nelle crisi internazionali che vedevano opposte la Russia (e prima l’Unione Sovietica) e l’Occidente (Stati Uniti in Primis); oggi il ruolo di mediatore dell’Italia risulta essere azzerato, non solo per il completo appiattimento sulle posizioni della Casa Bianca in campo di politica estera ed economica (appoggio alle rivoluzioni arabe, appoggio incondizionato al TTIP, appoggi incondizionato alle sanzioni alla Russia, mano libera alla Turchia in Siria e in Libia occidentale), ma anche perché Italia e Russia condividono, settimana dopo settimana, sempre meno interessi comuni nel campo del commercio, della ricerca e sviluppo, nella finanza.
Come osservate il costo per il nostro Paese delle sanzioni applicate alla Russia risulta molto maggiore al beneficio ottenuto, benefici che oggi non riuscimmo a scorgere. Ad esempio vi portiamo i paesi dell’Est che hanno più di tutti chiesto ed ottenuto le sanzioni economiche verso Mosca: oggi questi paesi (Polonia, Rep Baltiche, Rep Ceca, Romania) dinnanzi all’emergenza immigrazione suggeriscono “pacatamente” al nostro paese di “arrangiarsi”. Per noi va benissimo, ma arrangiamoci anche nel non applicare più sanzioni economiche verso la Federazione Russa. L’Italia vuole far de se per la gestione dell’immigrazione come ha detto il presidente Renzi? Cominciamo a fare da soli in tema di interesse nazionale…e revochiamo queste sanzioni.