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Le Linee Rosse già tracciate della Presidenza Trump

Le Linee Rosse già tracciate della Presidenza Trump

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La nuova amministrazione americana di Donald Trump non si è ancora insediata, ma è già riuscita a tracciare due linee rosse in grado di condizionare gli atteggiamenti e la postura degli Stati Uniti nei confronti della Cina.
La prima linea rossa è stata tracciata dal presidente eletto in persona, il quale ha affermato che non consentirà alla Corea del Nord di minacciare, mediante missili balistici intercontinentali, il territorio americano.

Da questa dichiarazione deriva l’implicito impegno della nuova presidenza americana ad abbattere qualunque missile nordcoreano con caratteristiche intercontinentali, Anche se esso dovesse essere lanciato solo per scopi di “ricerca e svilippo”. Ricordiamo infatti che risoluzioni del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite vietano alla Corea del Nord di sviluppare e testare missili balistici. Sebbene questa risoluzione non autorizzi l’uso della forza contro la Corea del Nord, potrà comunque essere un elemento di retorica nella preparazione politica di un atto ostile, come l’abbattimento di un vettore missilistico nemco, da parte dell’amministrazione americana.

La seconda linea rossa che ha tracciato l’amministrazione Trump, per bocca del suo Segretario di Stato Rex Tillerson, è nei confronti della Cina e delle sue politiche espansionistiche nel Mar Cinese Meridionale. Tillerson ha infatti affermato che gli Usa sono pronti ad un blocco navale per impedire che alcuni piccoli atolli, trasformati dalla Cina in vere e proprie isole artificiali, si trasformino in basi militari permanenti Cinesi, fatto già in essere per due di questi fazzoletti di terra affioranti.
Ecco che l’amministrazione Trump, dovrà ora tener fede a queste due linee rosse tracciate prima del fatidico 20 gennaio. Nel caso in cui Trump non dovesse tener fede alle dichiarazioni fatte in queste ore l’intero impianto della deterrenza americana (o quello che ne rimane) subirebbe un colpo letale. D’altro canto aderire a queste linee rosse determinerà l’inizio di una stagione di tensione nel Pacifico Occidentale che non ha precedenti dalla fine della seconda guerra mondiale.

Comment(1)

  1. E ci credo che seguirete la politica di Trump giorno per giorno, avversità strategica contro la Cina nel Pacifico con le tensioni peggiori dalla fine della seconda guerra mondiale.
    Ostilità contro l’Iran, ostilità contro la Cina. Ostilità provenienti da Trump in persona, o dai suoi segretari di Stato.
    Anche la Clinton era ostile all’Iran.
    Come ho sempre pensato, la vera vittoriosa di queste elezioni resta Hillary Clinton, o meglio, l’establishment di potere dietro di lei, ovvero ancora l’attuale nomenclatura al potere negli USA, solo che la Clinton ed Obama preferivano la dicotomia USA-Russia, Trump quella USA-Cina. Ma sempre con Obama vi sono state tensioni comunque con la Cina per lo stesso motivo: isole artificiali e Senkaku.
    La politica di Trump sarà la politica di Obama e Clinton, ma si cambia il principale avversario strategico: prima Russia, ora Cina.
    Come la proprietà commutativa della matematica, che si insegna ai pargoli: cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia. Potremmo, parallelamente, formulare una teoria strategica commutativa: cambiando l’ordine degli avversari (dalla Russia alla Cina) il risultato strategico non cambia (tendenza all’unipolarismo USA).
    Rammento che poi, come d’incanto, tutto andrà a combaciare perfettamente per la decisione di Obama di trasferire i 2/3 della flotta militare entro il 2020, guarda caso, proprio nel Pacifico.
    Probabilmente Trump è sincero nel volere un cambiamento vero e non corrisponde all’altra faccia della stessa medaglia, cambiare tutto per non cambiare niente (vedasi complotti contro di lui in forma di mass-media ossessivi e proteste, inspiegabili se Trump fosse voluto dal “sistema”), se fallisce non incolperò lui ma i suoi uomini o il solito establishment di potere, lui avrà in ogni caso la colpa di non avere saputo gestire i suoi obiettivi e dunque di averli fatti sommergere dai soliti noti (neocon).
    L’unico cambiamento può venire solo dal basso, solo dal popolo; chiunque , seppure lealmente e sinceramente, lotti per il popolo, una volta inserito nei sistemi di potere, ne diventa un ingranaggio. Vedasi Tsipras in Grecia.
    E l’unico modo per farlo è acquisire la consapevolezza di ciò che ci circonda e di ciò che accade e ci accade.
    Dopodiché disobbedienza civile e proteste in massa in Europa contro l’euro e contro la guerra, ma dove sono finiti i pacifisti, pensate che la guerra sia così lontana, io vedo solo Giulietto Chiesa e qualcun altro come Nino Galloni lottare per la verità. Tutti gli altri a fare la ninna, neanche fossero al paradiso terrestre.
    Abbiamo le pezze al **** e ancora in sonno profondo! E a sperare in gente come Grillo e Trump che, ripeto, potranno pure essere sinceri, ma il sistema li soverchierà e li soggiogherà.

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