Si concluderanno mercoledì sera le esercitazioni aeronavali iraniane Velayat 95, che quest’anno si estendono ben oltre la loro classica area operativa a cavallo dello Stretto di Hormuz. Alle esercitazioni prendono parte tutte le specialità della Marina Militare iraniana, inclusi gli incursori e i fanti di marina, oltre ad alcuni distaccamenti dell’aeronautica.
Sotto un punto di vista prettamente tecnico, vi informiamo che sono stati testati nuovi sistemi d’arma, tra cui un missile antiaereo a medio raggio e un nuovo siluro aviolanciato laser guidato. Anche la logistica e e i servizi di assistenza evidenziano miglioramenti tecnologici, con l’impiego della telemedicina ed il ricorso sempre più frequente a droni, per garantire ai comandanti la consapevolezza della situazione sul campo di battaglia.
Sotto un punto di vista politico è di notevole interesse l’estensione dell’area di manovra delle esercitazioni fino al limite delle acque territoriali dello Yemen, presso lo stretto di Bab El Mandab, dove sarà presente una coppia di navi iraniane, presumibilmente un rifornitore di squadra modificato per fungere da portaelicotteri e una fregata.
Il segnale che l’Iran manda alle monarchie sunnite e agli Stati Uniti è chiaro: la guerra in Yemen è anche un affare iraniano. Il secondo messaggio è ancora più palese: l’Iran espande la sua capacità militare convenzionale, aumenta i finanziamenti ai propri sostenitori, e agli sciiti in tutto il Medio Oriente; le unità navali iraniane, anno dopo anno, affinano la tecnica di combattimento e introducono sistemi d’arma sempre più avanzati, che mirano a limitare le capacità di manovra della Marina Militare Americana nella regione del Golfo.
Il terzo messaggio è che l’Iran non ha un timore reverenziale nei confronti della Marina Militare Americana, nelle stesse acque tra Bab El Mandeb e lo Stretto di Hormuz opera in questi giorni la portaerei americana Bush con il suo Gruppo di Attacco. Una compresenza, di americani e iraniani, impegnati simultaneamente in attività operative, che non si vedeva da più di 7 anni.
La professionalità dei militari presenti alle manovre limita il rischio di incidenti, ma la voglia di protagonismo di qualche comandante delle Guardie delle Rivoluzione potrebbe innescare ad Hormuz episodi di estrema tensione.
Manterremo ogni nostra risorsa focalizzata sul narrare l’evoluzione della situazione militare nella regione.