Esiste un nemico assoluto della libertà? Sicuramente la libertà vanta molteplici nemici: la povertà, l’ignoranza, l’assolutismo ideologico, tuttavia il nemico peggiore della libertà è la teocrazia.
La teocrazia, un regime di governo dove potere temporale e potere spirituale non solo coincidono, ma si fondono identificando la divinità stessa nello stato. Quando ciò accade l’uomo non è più al centro dell’interesse collettivo, ma è la religione, e quindi automaticamente lo stato, a diventare l’unico scopo di vita (e spesso di morte) dell’individuo e dell’intera società.
Questo è accaduto nella storia dell’uomo in moltissime occasioni e anche oggi religione e stato si fondono pericolosamente in varie parti del globo.
Pensate ad esempio alla Turchia, alla Repubblica laica istituita da Ataturk oggi smantellata pezzo per pezzo da Erdogan, per il quale la fusione di Islam e stato è un obiettivo primario del nuovo corso turco da lui immaginato.
Pensate anche nel nostro quotidiano all’influeza sul nostro stato delle parole e delle azioni del Pontefice Romano. Osservate come le ingerenze dello Papa, Capo dello Stato Pontificio e allo stesso tempo erede di Pietro sulla terra, siano ben superiori in Italia ai tentativi, più o meno riusciti, degli Stati Uniti o della Russia di condizionare la vita politica italiana. La gestione dell’immigrazione ne è un esempio lampante. Fu Papa Bergoglio, con il suo viaggio a Lampedusa ad instradare il governo italiano lungo quella via che oggi ha determinato effetti nefasti riguardo la stabilità sociale del paese.
Tuttavia le teocrazie che sono in grado di determinare in maniera ancora più diretta i destini degli uomini e delle donne a loro assoggettati sono altre. Un esempio che tutti noi conosciamo è certamente lo Stato Islamico, ormai ridotto ad essere un’entità astratta. Durante il suo periodo di massima potenza la teocrazia islamista che ha cercato di scardinare il Medio Oriente era il simbolo assoluto del male e dell’assenza di libertà. Questo nemico ora è in rotta, ma il suo ritorno in Africa o in Medio Oriente è questione di tempo, non sappiamo se anni o decenni, ma il desiderio di unire, all’interno dell’Islam sunnita, stato e religione tornerà ad essere un argomento di lotta e di potere.
Ma oggi un’altra teocrazia islamica tiene in scacco un intero popolo. In Iran una minoranza agguerrita della popolazione è pronta alla guerra santa in ogni momento, è pronta a morire per lo stato-divinità, è pronta a lanciarsi contro il nemico che l’Ayatollah gli indicherà. Non importa se il nemico sarà un europeo, un arabo, un americano, un israeliano o addirittura un proprio concittadino o l’amico d’infanzia che ha scelto di non seguire la logica assolutistica della teocrazia.
È curioso osservare oggi, spesso in Occidente e nelle nostre Nazioni, sulla stampa e nelle tv, che il nemico della libertà non è la teocrazia, non sono gli Ayatollah dell’Iran, bensì chi cerca ad ogni costo di mantenere viva la fiaccola della libertà e chi ribadisce, indipendentemente dalla situazione contingente, la necessità di una netta divisione tra stato e religione.
Presto assisteremo ad uno scontro assoluto tra la teocrazia e chi invece crede in un diverso modello di società. Sarà uno scontro inevitabile perché l’assolutismo religioso minaccia di entrare in possesso delle armi di distruzione di massa più potenti che l’uomo abbia mai creato. Un regime teocratico, armato con l’atomica è potenzialmente un nemico inarrestabile, a meno che di giungere alla reciproca distruzione.
Chi crede di essere al potere, non solo per volontà della divinità, ma perché è la divinità stessa che vive nello stato per mezzo del suo leader assoluto, non ha paura della morte, anzi spesso la ricerca come sublimazione dell’esistenza.
Uno scontro atomico con una potenza nucleare teocratica rappresenta oggi il più alto rischio possibile di una guerra nucleare. Chi oggi lavora per abbattere le teocrazie, pacificamente o “manu militari” sta cercando di evitare un conflitto devastante nel prossimo futuro. Chi difende oggi i regimi teocratici è, di fatto, il peggior guerrafondaio che il nostro mondo possa esprimere.