In questi giorni sta emergendo chiaramente la possibile strategia iraniana che aveva iniziato ad emergere circa 12 mesi fa e che si è concretizzata con l’elezione del presidente Rohani.
Prima di tutto alcune premesse, prima tra tutte la certezza che il presidente americano non vuole essere coinvolto in nessun, e ripetiamo nessun, conflitto. Qualsiasi sia l’area della crisi e cioè la penisola coreana, l’Africa, la Siria o l’Iran l’America di Obama non vuole essere coinvolta e nemmeno più “Leading from Behind”.
Secondo l’Iran deve trovare il modo di allentare le sanzioni economiche contro il paese, nel quale il rischio di una instabilità interna è notevolmente aumentato proprio dopo l’elezione di Rohani.
Terzo l’Iran non vuole rinunciare a progetti strategici militari pianificati e perseguiti per decenni senza raggiungere un cambio di status del paese da potenza locale a potenza regionale.
Secondo il nostro centro la Repubblica Islamica Iraniana proporrà ai negoziati di Ginevra nient’altro che quanto già concordato con l’amministrazione americana e cioè una limitazione al numero delle centrifughe per l’arricchimento installate e la conversione di gran parte dell’uranio arricchito al 20% in combustibile per i reattori sperimentale l’eccedenza trasferita ad un paese terzo, come ad esempio il Brasile.
Questa offerta sarà condizionata ad un alleggerimento delle sanzioni economiche internazionali riguardanti il settore economico e petrolifero.
Ma questa è solamente una frazione delle tappe della Road Map che Stati Uniti ed Iran hanno concordato per alleggerire la tensione tra i due paesi.
La Road Ma pappare molto più complessa e interessa una vasta gamma di relazioni internazionali non solo in terra iraniana.
Tutto è iniziato con una gesto simultaneo di Stati Uniti ed Iran circa un mese fa. L’Iran ha liberato alcuni prigionieri politici e gli Stati Uniti hanno eliminato le sanzioni riguardanti gli enti caritatevoli che operano in Iran. Questo era il gesto di buona volontà invocato a gran voce da Rohani. Da quel momento è stato uno step by step con cadenza settimanale. L’iran ha proseguito nella liberazione dei prigionieri politici, l’America non ha attacato la Siria, Hezbollah ha iniziato il proprio ritiro dalla Siria, la Gran Bretagna prepara la riapertura della propria ambasciata in Iran per gestire la trattativa diploatica da Tehran e ora arriva l’apertura sul programma atomico in cambio dell’alleggerimento delle sanzioni.
Ma alleggerire le sanzioni equivale a farle collassare, l’Iran rappresenta oggi un mercato con molteplici opportunità commerciali, non appena le sanzioni saranno anche parzialmente alleggerite assisteremo ad una vera e propria corsa all’oro nei confronti dei contratti commerciali a Tehran.
Alleggerire le sanzioni equivarrà ad annullarle.
In cambio di ciò l’Iran otterrà una notevole vittoria strategica in quanto manterrà inalterato tutto il proprio potenziale nucleare mentre avanzerà nei settori della missilistica della difesa aerea degli aerei senza pilota e delle tecnologie di Cyber-warfare.
I risultati del 5+1 a Ginevra saranno un successo pieno, un successo assoluto e totale, ma solamente per gli iraniani e per gli Stati Uniti.
Israele e Arabia Saudita vivranno invece l’inizio di un periodo di forte tensione e preoccupazione.
La strategia iraniana per il prossimo vertice del 5+1 a Ginevra
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Christiaan Triebert