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La Strategia Francese nel Conflitto Ucraino: Una Sconfitta Militare della Russia è Possibile?

La Strategia Francese nel Conflitto Ucraino: Una Sconfitta Militare della Russia è Possibile?

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Il presente contributo trae origine dal discorso pronunciato nella serata di ieri dal Presidente della Repubblica Francese, Emmanuel Macron, il quale ha posto in evidenza l’intenzione di contrastare la Federazione Russa non tanto nell’ambito politico-diplomatico ed economico, quanto piuttosto sul piano militare diretto. Il richiamo ai valori patriottici, l’annuncio di una riunione a Parigi dei capi di stato maggiore di Francia, Germania, Danimarca, Regno Unito e Repubbliche Baltiche, nonché l’esplicito riferimento alla disponibilità dell’arma nucleare francese – la cui attivazione è prerogativa esclusiva del Presidente della Repubblica, in qualità di capo supremo delle forze armate – delineano una posizione inequivocabile: la Francia intende perseguire la sconfitta della Federazione Russa sul campo di battaglia.

Da tale premessa scaturisce l’esigenza di analizzare uno scenario di natura complessa: è realisticamente possibile che la Russia venga sconfitta militarmente?

L’analisi qui proposta prende avvio, inevitabilmente, dal discorso del Presidente Macron, con particolare attenzione a un’infografica illustrata durante l’intervento, che descrive la consistenza delle forze armate russe. Secondo le stime dell’Eliseo, la Federazione Russa dispone attualmente di un esercito composto da circa 1,2 milioni di effettivi, 4000 carri armati e 1200 aerei da caccia. Tali numeri, sempre secondo le proiezioni francesi, sono destinati a crescere entro il 2030, raggiungendo 1,5 milioni di effettivi, 7000 carri armati e 1500 aerei da caccia. Queste cifre suggeriscono che la capacità militare russa non abbia subito un significativo indebolimento a seguito del conflitto in Ucraina, evidenziando, al contrario, un rafforzamento progressivo delle sue forze armate. È altresì plausibile ritenere che l’attuale equilibrio nel conflitto ucraino sia mantenuto grazie al consistente supporto statunitense, sia in termini di forniture di armamenti e sistemi d’arma a Kiev, sia attraverso la trasmissione di informazioni di intelligence, essenziali sia per le operazioni offensive sia per quelle difensive.

L’impegno della Francia sembra orientato a colmare il progressivo disimpegno militare statunitense nel teatro ucraino, ponendo l’accento sulla possibilità di imporre alla Russia condizioni di pace favorevoli a Kiev, all’Unione Europea e al Regno Unito, attraverso l’uso della forza militare. Tuttavia, già dalle stime francesi sulla capacità militare russa emerge con chiarezza che la Federazione Russa non stia subendo una sconfitta sul campo, contrariamente a quanto sembrava emergere, fino a pochi giorni fa, dalle dichiarazioni ufficiali dell’Unione Europea e dell’Ucraina. L’annunciata riunione della prossima settimana tra i capi di stato maggiore dei “paesi impegnati per la pace in Ucraina” lascia intendere che, a livello politico, sia già stata assunta la decisione di dispiegare truppe europee sul territorio ucraino, trasferendo ora ai vertici militari la definizione operativa di tale strategia, sulla base di un chiaro mandato politico. È ragionevole ipotizzare che tale determinazione sia maturata in occasione del vertice straordinario tenutosi a Parigi il 18 febbraio scorso presso l’Eliseo, evidenziando il ruolo di leadership assunto dalla Francia in questa fase del conflitto ucraino.

Le forze europee che potrebbero essere dispiegate in Ucraina potrebbero beneficiare della protezione della Force de Frappe, ossia dell’arsenale strategico e tattico nucleare francese. Due elementi avvalorano tale ipotesi: in primo luogo, il discorso del Presidente Macron, che ha ribadito la sua autorità esclusiva nell’attivazione della Force de Frappe; in secondo luogo, l’esecuzione di pattugliamenti aerei inusuali, condotti da caccia Rafale B decollati dalla base di Mont-de-Marsan, i quali hanno effettuato missioni di oltre dieci ore sul Mar Nero e lungo i confini della Federazione Russa e della Bielorussia, spingendosi fino all’estremo nord della Finlandia. Tali operazioni e i mezzi impiegati risultano compatibili con le funzioni e le prerogative della Force de Frappe.

Si delinea, pertanto, lo scenario strategico immaginato dalla Francia sotto la guida del Presidente Macron: il dispiegamento in Ucraina di una forza militare capace di fronteggiare un’eventuale avanzata russa verso ovest, offrendo al contempo una garanzia di protezione nucleare alle nazioni che aderissero a tale iniziativa.

Tuttavia, ci si interroga sulla reale possibilità che tale strategia possa condurre alla sconfitta della Russia sul campo. Una risposta preliminare appare affermativa: una forza militare ben organizzata potrebbe effettivamente contrastare con efficacia l’esercito russo, spingendo il Presidente Vladimir Putin a mobilitare le sue riserve strategiche. È opportuno sottolineare, tuttavia, che Putin difficilmente metterebbe a rischio le giovani generazioni russe, né comprometterebbe la stabilità demografica del paese, minando così l’indipendenza e l’autonomia di Mosca. Qualora le forze sotto la guida francese riuscissero a infliggere una sconfitta strategica significativa alle truppe russe in Ucraina, è plausibile che il Presidente russo ricorra all’uso di armi nucleari, inizialmente in modo selettivo sul teatro ucraino e, in caso di risposta nucleare francese, contro obiettivi strategici francesi e le basi di partenza dei Rafale, che Macron ha già indicato di voler schierare verso est, a partire dalla Germania.

In tale scenario, qualora il conflitto assumesse una dimensione nucleare, un’eventuale mobilitazione delle forze strategiche francesi trasformerebbe la guerra in un confronto nucleare di ampia portata, sebbene circoscritto al teatro europeo. In questo contesto, le 290 testate nucleari francesi e le 260 britanniche – escludendo dall’equazione l’arsenale statunitense, data la postura americana rispetto al conflitto ucraino – potrebbero parzialmente preservare gli Stati Uniti da un diretto scambio nucleare con Mosca.

Tornando al quesito originario di questa analisi, ci si chiede se la Russia possa effettivamente essere sconfitta militarmente sul campo di battaglia. In realtà, in quanto potenza nucleare, appare improbabile una sua disfatta totale, poiché una simile eventualità porterebbe a un’escalation tale da determinare l’annichilimento reciproco, vanificando qualsiasi vittoria teorica ottenuta sul terreno.

… alla fine sarà nhjavera gloria? Ai posteri l’ardua sentenza.

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