L’Iran non potrà mai avere un gruppo attacco portaerei per proiettare la propria potenza militare oltre il Golfo Persico, ma l’attuale situazione mediorientale può consentire a Teheran di trasformare parte della Siria in una base per attaccare il nemico che da sempre ossessiona gli Ayatollah: Israele.
I primi passi per trasformare la Siria in una base di proiezione di potenza sono già stati fatti: elementi delle Guardie della Rivoluzione sono presenti in Siria, non solo per assistere al Assad nella guerra allo stato islamico (oggi vinta) ma anche e soprattutto per iniziare a impiantare una difesa aerea che sia diretta emanazione della ricerca iraniana e che sia sotto il diretto controllo dell’Iran.
Oltre alla difesa aerea l’Iran sta costruendo in Siria fabbriche di armi, in particolare missili balistici a medio e corto raggio, e sta organizzando un sistema di osservazione di Israele con velivoli senza piloti e radar aerei a lungo raggio.
Israele non potrà osservare passivamente la trasformazione della Siria e non potrà farlo nemmeno il presidente siriano Al Assad. Oggi il potere di Al Assad è messo in discussione proprio dalla sempre più invasiva presenza iraniana, che ha come obiettivo quello di trasformare la Siria laica in un paese ad immagine e somiglianza dell’Iran. Limitare la libertà ha il “vantaggio” di creare generazioni di giovani che riconoscono solo il punto di vista del regime, lo hanno fatto in passato tutte le dittature, naziste, fasciste e comuniste, lo fanno oggi i regimi teocratici come l’Iran o le dittature familiari come la Corea del Nord.
I piani iraniani sono di lungo periodo, lo sono sempre stati, sia per quello che riguarda il finanziamento dei proxy nel Medio Oriente, sia per quello che riguarda il programma atomico, il programma missilistico. Oggi è il turno della Siria.
Tra cinque anni, forse prima se il piano di Teheran avrà successo, l’Iran non avrà più necessità di cercare di sviluppare sistemi di proiezione di potenza a lungo raggio se disporrà della Siria ma potrà utilizzare tutto l’arsenale convenzionale e non in suo possesso per perseguire l’obiettivo di distruggere Israele e tentare di prendere il controllo di Gerusalemme (anche solo delle sue ceneri).
Controllare la Siria e disporre del territorio di Damasco per apportare una forza in grado di distruggere gran parte di Israele è oggi parte integrante del piano iraniano per ottenere l’arma atomica. Ogni attacco preventivo che potrebbe essere sferrato da Israele contro i centri nucleari iraniani, verrà seguito da una rappresaglia militare che partirà non solo da una stretta area di territorio libanese, ma dalle migliaia di chilometri quadrati del suolo siriano.
In Siria oggi non si gioca solo il controllo del paese che ha come capitale Damasco ma si è messo sul piatto l’intero Medio Oriente e forse la possibilità per l’Iran di iniziare, in caso di vittoria, una stagione di espansionismo nel bacino del Mediterraneo, con la Siria utilizzata come portaerei.