È stato un viaggio fulmineo quello del Presidente Russo Putin in americana centrale e meridionale. Un viaggio dovuto alla prossima coppa del mondo di calcio che verrà ospitata dalla Russia, ed al vertice dei BRICS di Rio.
Un viaggio che però ha segnato anche il ritorno formale della Russia nel giardino di casa degli Stati Uniti d’America: l’isola caraibica di Cuba; ed è su questa parte del viaggio di Putin che ci soffermeremo in modo particolare.
Il presidente russo ha incontrato sia Fidel Castro che suo fratello Raoul, nonché i vertici militari dell’isola socialista. Durante l’incontro con Raoul è stato annunciato che Mosca ha condonato il 90% del debito di Cuba nei confronti della Russia e che il restante 10% verrà investito dai cubani in “infrastrutture” sulla stessa Cuba. Non è stata fatta menzione di cosa avrà in cambio la Russia da parte di Cuba per questo condono, ne quali “infrastrutture verranno costruite dai cubani.
Riteniamo che l’isola caraibica offrirà alla Russia due asset fondamentali per lo sviluppo della potenza militare della Federazione in Atlantico occidentale.
Parliamo di una base navale e di una stazione radar “multiuso”.
La base navale presso l’Habana è fondamentale per il mantenimento della flotta russa in Atlantico. Una flotta che negli ultimi 25 anni ha visto la presenza sporadica di sommergibili nucleari e navi spia, una flotta che nei fatti non pone alcun problema di gestione da parte della controparte americana. La flotta russa non può operare comunque agevolmente, anche a ranghi così ridotti, a causa proprio della mancanza di una base avanzata dove eseguire eventuali riparazioni e rifornirsi di provviste (e di carburante per le imbarcazioni non nucleari).
Già da mesi si era registrata una forte attività della marina russa nel porto militare dell’Habana, ed in coincidenza di questa aumentata presenza di uomini e mezzi erano aumentate le missioni di ricognizione delle navi di Mosca al largo della costa est degli Stati Uniti, in particolare navi spia che hanno seguito i lanci missilistici da Cape Canaveral.
Il secondo elemento fondante dell’accordo tra Russia e Cuba potrebbe essere la rimessa in funzione di una storica base radar nella parte Occidntale dell’isola. Una base che, così come ai tempi della corsa allo spazio, potrebbe avere più di un utilizzo. La base radar a Cuba potrebbe, con le moderne tecnologie, mettere sotto lo sguardo di Mosca quasi tutto il sud est degli Stati Uniti, fornire elementi sull’attività navale, missilistica ed aerospaziale americana e fungere da elemento per il sistema, oggi precario, di allerta precoce si Mosca. La base tuttavia potrebbe essere utilizzata anche per la gestione dello spazio, in particolare dei satelliti militari geostazionari e non, e del sistema di navigazione satellitare GLONASS.
L’accordo tra Russia e Cuba rappresenta anche il fallimento delle politica di Obama di riavvicinamento a Cuba. Un fallimento a nostro avviso non determinato dalle migliori condizioni offerte da Mosca ma dal comportamento sempre ambiguo e non coerente dell’amministrazione americana. Una amministrazione che più volte ha combiato repentinamente la propria posizione anche nei confronti di paesi amici o alleati, determinando il caos in tali stati. Questo aspetto della politica americana, a nostro avviso, ha inciso profondamente sulla decisione delle autorità cubane di rinsaldare i rapporti con Mosca piuttosto che aprire una nuova collaborazione con gli Stati Uniti.
Serviranno due anni affinché le nuove infrastrutture a Cuba siano pronte ed efficienti, tuttavia già da questi mesi le navi russe attraccheranno con costanza all’Habana e sitemi di comunicazione satellitari e radar mobili potrebbero operare a Cuba. La Russia torna nuovamente nel giardino di casa degli Stati Uniti e probabilmente con in mente un piano ben preciso. Ne parleremo.