La Rada di Kiev ha votato un documento nel quale viene identificata la Federazione Russa come “Paese aggressore”. Questa presa di posizione è successiva alla dichiarazione del Consiglio Nazionale di Sicurezza Ucraino che reso effettivo lo “stato di emergenza” per il Donbass, introducendo di fatto la legge marziale nell’aerea e la messa in “stato di allerta” per l’intera nazione. La dichiarazione della Rada riguardante la Russia come “Paese aggressore” potrebbe anche essere propedeutica ad una formale richiesta del presidente Poroschenko, ai paesi amici dell’Ucraina, di aiuti militari per Kiev. In quest’ottica paesi molto prossimi a Kiev potrebbero fornire all’Ucraina, ufficialmente, armi e mezzi per combattere i filorussi del Donbass, innescando una escalation che potrebbe andare oltre lo stesso Donbass.
Tuttavia anche se tale dichiarazione non fosse funzionale a ricevere aiuti militari potrebbe offrire a Mosca l’occasione per schierare ingenti truppe al confine tra Ucraina e Russia in vista di un possibile conflitto a tutto campo.
A complicare ancora di più la situazione giovedì prossimo, il 29 gennaio, si terrà una riunione di emergenza dei ministri degli Esteri dell’Unione Europea che saranno chiamati a varare nuove sanzioni contro la Federazione Russa, sanzioni che colpiranno pesantemente non solo la Russia ma anche gli stati europei che mantengono con Mosca un elevato interscambio commerciale. I paesi europei che più premono per le sanzioni sono l’Olanda la Danimarca la Polonia e la Repubblica Ceca, mente il nuovo governo greco ha dichiarato che si oppone fermamente alle nuove sanzioni.
Ieri sera i presiedenti di Ucraina e Polonia hanno avuto una telefonata i cui contenuti non sono stati resi noti. Oggi osserviamo però le azioni del parlamento di Kiev che aprono la strada alla richiesta formale di aiuti internazionali. La
Polonia si è da sempre dimostrata una delle maggiori sostenitrici degli aiuti, anche militari, all’Ucraina e i rapporti tra Kiev e Varsavia vanno quindi osservati con la dovuta attenzione.