Ma le due nazioni e i comandanti militari sul terreno sono abituati a gestire situazioni di tensione, anche prolungata.
Qualcosa di diverso però è successo nelle ultime settimane e cioè le minacce dirette della Corea del nord nei confronti degli Stati Uniti d’America. Minacce che si sono fatte forti del duplice test balistico e nucleare e che non rientrano nel classico schema di confronto che siamo abituati ad osservare a cavallo del 38º parallelo.
Le minacce nord coreane parlano espressamente di un attacco atomico al territorio continentale degli Stati Uniti e alle basi americane nella regione. L’unico mezzo, noto al mondo, in possesso della Corea del Nord per minacciare il territorio americano è il razzo Uhna/3. È proprio in queste ore fonti sud coreane riferiscono che sarebbero in atto i primi preparativi per la preparazione del vettore Uhna/3. Il lancio potrebbe essere annunciato a breve e i nord coreani dovrebbero qualificarlo come scientifico, per la messa in orbita di un satellite.
Gli Stati Uniti d’America potrebbero però vedere nel lancio del missile Uhna/3 una potenziale minaccia al territorio americano. Il missile, in teoria, potrebbe essere equipaggiato con una piccola arma nucleare che se fatta detonare alla giusta quota potrebbe causare un impulso elettromagnetico (EMP) in grado di far collassare la rete elettrica di un 20º circa degli Stati Uniti.
Per un’area densamente popolata come San Francisco o Los Angeles, l’impatto di un EMP sarebbe devastante.
Gli Stati Uniti potrebbero decidere di abbattere il vettore Uhna/3 ritenendolo una minaccia alla Costa ovest. In questo caso però si offrirebbe alla Corea del nord comunque pronta alla guerra un “casus belli” e sarebbe uno scontro su vasta scala, uno scontro al quale comunque la Corea del Nord sarebbe pronta anche in caso di reale utilizzo di un’arma EMP contro il territorio americano.
Gli Stati Uniti negano di avere informazioni di possibili lanci di missili balistici diretti contro obiettivi americani, ma allo stesso tempo hanno spostato un cacciatorpediniere dotato del sistema antimissile AEGIS nelle acque della Corea del sud. Contestualmente la portaerei Nimitz si starebbe preparando per salpare alla volta dell’estremo oriente. Le parole americane che negano i preparativi di lancio in Corea del nord vanno interpretate come l’offerta americana alla Corea del Nord di un ripensamento onorevole. Infatti dopo che il mondo sarà informato ufficialmente del lancio imminente sarà molto più difficile per la Corea tornare indietro.
Il lancio del missile Uhna/3, se avverrà, è atteso dai nostri analisti per fine mese, il tempo tecnico per la,preparazione di tale vettore è infatti di circa 15 giorni.
Sarà estremamente difficile per gli americani capire se il vettore Uhna/3 sarà equipaggiato con una testata atomica. Droni e aerei spia hanno la capacità di valutare fonti radioattive ma non è detto che possano registrare, oltre ogni ragionevole dubbio, le radiazioni (poche per la verità) che emette un dispositivo nucleare.