Esiste una possibile scintilla per un conflitto aperto, classico, “Clausewitziano”, tra Iran ed Arabia Saudita? Secondo la nostra analisi di questi inneschi ne esistono in effetti due: il primo, ed il più probabile, legato alla guerra in Yemen; il secondo, oggi il meno probabile ma quello foriero di uno scontro più vasto, correlato alla crisi con il Qatar.
Oggi Iran ed Arabia Saudita combattono molteplici guerre per procura, che hanno visto costantemente gli iraniani e i loro alleati sciiti espandere la loro sfera di influenza e raggiungere obiettivi geostrategici sempre più importanti.
L’Iraq, storico paese di interposizione tra l’Arabia Saudita e la Repubblica Islamica dell’Iran ora è una nazione a guida sciita, dove la minoranza sunnita non ha ormai più nessun incarico di alta responsabilità, fatte salve alcune cariche svuotate del vero potere, e dove le milizie sciite rivestono ogni giorno un ruolo più centrale.
La Siria, che era uno stato che faceva della laicità un vero e proprio pilastro della nazione, vede oggi un presidente (Al Assad) la cui reale capacità di controllo sugli apparati militari, politici e giuridici appare compromessa dalla massiccia presenza fondamentalista sciita ad ogni livello degli organi da noi elencati, in particolare quelli legati alla sicurezza e al braccio militare dello stato siriano.
Il Bahrein vive una strisciante rivolta sciita, soffocata con il pugno di ferro dal Consiglio di Cooperazione del Golfo.
L’Oman guarda sempre più alla sponda Orientale del Golfo Persico per tessere future alleanze e rapporti commerciali.
In questo quadro, dove i sunniti vedono sorgere la cosiddetta mezzaluna sciita che è in grado di collegare Teheran a Beirut, passando per Damasco e Baghdad, l’impegno militare saudita nella penisola araba si è fatto più concreto e si è manifestato per la prima volta, dopo la fine della guerra contro Saddam, nell’invio di forze militari sunnite in Yemen, dove gli Houti (legati a doppio filo a Teheran), stavano per prendere il pieno controllo del paese, povero in termini di risorse minerarie ed economiche, ma cruciale per il controllo dello stretto di Bab El Mandeb, via d’acqua cruciale per i commerci mondiali di petrolio e non solo.
Le forze sunnite hanno fermato l’avanzata degli Houti e hanno riconquistato importanti aree di territorio, ricacciando gli Houti nelle loro aree di residenza storica nel nord-ovest del Paese. La campagna militare sunnita non ha però ridotto in maniera assoluta la capacità combattente degli Houti che nonostante tutto ricevono ancora oggi supporto diretto da parte dell’Iran. Bloccare il supporto iraniano agli Houti è l’unica via che i sauditi posseggono per vincere la guerra senza sacrificare molti dei loro uomini, ma mettere in atto un blocco completo dei rifornimenti iraniani potrebbe determinare la risposta militare di Teheran, ed è questa la prima possibile scintilla del conflitto aperto tra Iran e Arabia Saudita.
L’altra regione di possibile innesco di un conflitto è il Qatar, che ad ora non ha ceduto alle richieste dei Sauditi relative all’interruzione dei rapporti tra Iran e Qatar, la chiusura della rete all news Al Jazeera, ed altre richieste che impatterebbero in maniera diretta sul posizionamento del Qatar nella regione.
Ora il Qatar continua a ricevere forniture indispensabili alla sua stessa sopravvivenza grazie a navi che giungono nel regno sia mediante aerei, che arrivano anche dall’Iran, e che spesso trasportano beni di primissima necessità, che il Qatar non è in grado di produrre. Nel caso in cui i sauditi dovessero mettere in atto una “quarantena” neo confronti dell’Iran e proibire non solo l’attracco delle navi, ma anche l’atterraggio degli aerei “indesiderati”, la Repubblica Islamica dell’Iran potrebbe decidere di inviare comunque i propri velivoli scortati dai caccia di Teheran. Ad oggi questa opzione, sebbene sia la più pericolosa, è la meno probabile, alla luce della mediazione americana che non desidera un conflitto aperto tra i paesi della penisola araba.
La situazione in Yemen e la situazione in Qatar rivestono quindi un aspetto che va oltre il mero conflitto locale.
Tale condizione potrebbe innescare una crisi di vaste proporzioni, per questo motivo le due aree di tensione vanno tenute in costante osservazione.