GeopoliticalCenter, Geopolitica, Strategia, Analisi Economiche

La lunga marcia iraniana verso il rango di potenza atomica

Iran nucleare

Raramente abbiamo visto la delegazione iraniana ai vertici del 5+1 ridere così allegramente in pubblico e ai tavoli dei negoziati, scambiarsi occhiate d’intesa con la baronessa Ashton, parlare apertamente di “vittoria dei principi indicati dalla Guida Suprema” con molti giornalisti che seguono da mesi i negoziati sul programma atomico iraniano.
E forse gli iraniani hanno ragione a ridere e a festeggiare, questo round dei negoziati sul nucleare è, nei fatti, una vittoria dell’Iran del suo presidente e della sua Guida Suprema. L’Iran da oggi a giugno 2015 potrà ottenere un ulteriore alleggerimento delle sanzioni internazionali, senza essere soggetto a nessuna limitazione del proprio programma atomico. All’Iran vengono ridotte le sanzioni, ancora una volta, senza che gli iraniani diano in cambio nulla di organico o di strutturale. Mentre a Vienna si discute nessuna ispezione tocca il cuore del programma atomico, i lavori proseguono nel sito di Arak, la ricerca civile e militare prosegue nei laboratori segreti.
L’Iran si avvicina ancora di più al rango di potenza atomica e, a nostro avviso, ha già raggiunto lo stadio di Threshold Nuclear State. Lo ha raggiunto perché la sua capacità di arricchimento dell’uranio permette a Teheran di ottenere materiale per una bomba atomica nel giro di poche settimane, anche partendo dal minerale di uranio grezzo. L’Iran invece può partire già da tonnellate di uranio arricchito al 5% che può detenere senza limitazioni di sorta. Mentre due/tre anni fa l’assenza di centrifughe avanzate dilatava i tempi di arricchimento in assenza di stock di uranio al 20% oggi, con le centrifughe di nuova generazione, questo ostacolo è stato superato. Per ora le centrifughe iraniane di nuova generazione installate sono circa 1000 ma la repubblica islamica ha predisposto già gli alloggiamenti per almeno altre 10000 macchine di nuova generazione la cui installazione è bloccata per gli accordi di Vienna di un anno fa, tuttavia lo sviluppo della tecnologia nucleare procede.
L’Iran quindi oggi a Vienna ha vinto. Ha vinto tempo, ha vinto denaro, ha vinto il tacito consenso a continuare la sua corsa nonostante l’Iran continui ad armare l’Hezbollah libanese, nonostante ciclicamente i vertici del paese dichiarino la volontà di eliminare fisicamente lo stato di
Israele, nonostante che il settarismo del governo iracheno derivi principalmente dalle direttive imposte a Baghdad da Teheran.
In questi sette mesi di estensione dei colloqui tante cose potranno cambiare, il petrolio potrebbe perdere ancora valore, in Palestina una nuova intifada potrebbe scoppiare contro Israele, dettata questa volte da motivazioni religiose più che politiche, e nei paesi del golfo nuove rivolte sciite potrebbero infiammare il settarismo religioso tra i Mussulmani.
Quello che non cambierà sarà la volontà iraniana di espandere la propria industria atomica e guadagnare a ogni tornata di negoziato qualche concessione ulteriore, senza dare nulla in cambio. In questo ottica, nell’ottica di un Iran destinato a divenire potenza nucleare prima della fine del mandato presidenziale di Obama, gli equilibri di tutta la regione mediorientale sono in rapido e tumultuoso cambiamento e un giorno potremmo svegliarci con la notizia che i siti nucleari iraniani non sono più oggetto del negoziato perché distrutti, in parte, da un raid di aerei non identificati…..