Oggi il Financial Times, citando fonti dell’Unione Europea, ci descrive un progetto atto ad “isolare” la Grecia creando una barriera ai profughi a nord del paese ellenico, al confine con la Macedonia.
Il nostro gruppo non può oggi stimare l’attendibilità delle fonti del Financial Times, che tuttavia in passato si è dimostrato essere ben introdotto all’interno dei palazzi del potere di Bruxelles, tuttavia se le indiscrezioni raccolte da Financial Times dovessero essere corrette lo scenario da noi descritto sei mesi fa diverrebbe una realtà.
La Grecia, la Grecia che non ha alcuna possibilità di fare sentire la propria voce in Europa essendo la sua sopravvivenza economica nelle mani tedesche, diventerebbe così una cassa di espansione per il fenomeno migratorio dalla quale i paesi ricchi dell’Europa attingerebbero le quote di immigrati necessarie alle loro economie, e trasformando Atene in un deposito di immigrati.
Stessa sorte potrebbe poco dopo toccare all’Italia, perché nessuno di noi deve pensare che agli occhi degli Europei del Nord noi siamo “più importanti” dei Greci. La parte mediterranea dell’Europa è ritenuta dalla gran parte delle opinioni pubbliche mitteleuropee e scandinave una strana melassa, fatta di rozzi contadini e di manipoli di arrivisti se non di delinquenti, inclusi naturalmente noi italiani.
Niente di male quindi se questa serie B dell’Europa diventasse funzionale ad arginare questo esodo di massa che si sta riversando sull’Europa, niente di male se la nostra stabilità sociale verrà messa in discussione, noi per gran parte dell’europa e degli europei siamo sacrificabili.
Ci domandiamo perché, invece di pensare di isolare la Grecia dall’Europa, non si pensi di Isolare la Grecia dalla Turchia con una azione di pattugliamento intensivo delle coste a più alto rischio di sbarchi, un pattugliamento che preveda l’immediato respingimento degli immigrati approdati in Grecia indietro verso la Turchia, in quanto origine del flusso di clandestini e in quanto non esistono acque internazionali nelle rotte oggi utilizzate dagli immigrati nell’Egeo.
E’indubbio altresì che l’Europa abbia la capacità di gestire in maniera positiva una quota limitata di immigrazione e di accoglienza verso i profughi, ma sarebbe a nostro avviso indicato prelevare direttamente in Turchia e in Nord Africa i profughi aventi diritto alla protezione internazionale e portarli in maniera sicura ed organizzata nel nostro continente in modo da gestire, e non subire, le dinamiche di un esodo che ogni giorno assume proporzioni sempre maggiori.