La Russia è oggi il principale competitor globale nucleare degli Stati Uniti. Nella revisione della dottrina strategica nucleare americana, alla Russia è dedicato un ampio capitale con una premessa molto importante.
Secondo gli analisti del Pentagono la Russia considera le forze nucleari uno strumento di pressione concreto ed utilizzabile in caso di conflitto, per interrompere lo stesso in maniera rapida a proprio vantaggio.
Questa strategia prende il nome di “Escalate to De-Escalate” e consiste nell’impiegare una singola arma atomica per “avvisare” il nemico che si è pronti a tutto. Solitamente tale arma dovrebbe essere fatta detonare in modo tale da creare pochi danni al nemico e un minimo fall-out.
Nel documento americano viene ribadito che la teoria russa è errata e che in caso di utilizzo di un’arma atomica contro gli Stati Uniti o un paese alleato, Washington reagirà simmetricamente, innescando una escalation che potrebbe mettere a rischio l’intera civiltà umana.
Il secondo punto cruciale relativo alla Russia indica che Mosca abbia già violato il trattato relativo ai missili balistici nucleari a raggio intermedio (INF), mediante la produzione di missili Iskander i quali secondo il Pentagono violano i termini del trattato in oggetto.
Terzo punto cruciale è lo sviluppo di nuovi sistemi d’arma nucleari, veicoli ipersonici e droni subacquei come lo “Status-6”, in grado di viaggiare per migliaia di chilometri trasportando una bomba atomica da 100 megatoni. Un tale ordigno potrebbe devastare un’area costiera di centinaia di km, contaminandola con una altissima dose di radiazioni e generando onde di tsunami dalla capacità distruttiva inimmaginabile.
Quarto punto è lo sviluppo da parte della Federazione Russa di tutta una seria di armi atomiche “non strategiche”, che possono essere impiegate contro navi (mediante missili da crociera o siluri), contro sottomarini (siluri e bombe di profondità), contro aerei (missili terra-aria). La proliferazione di sistemi d’arma dual-use (convenzionali e nucleari) preoccupa non poco la difesa americana in quanto potrebbe essere impossibile distinguere all’interno di un canestro di lancio un missile antinave convenzionale da un missile antinave (o antiaereo o antisottomarino) nucleare.
In risposta a questa situazione il Pentagono ha annunciato lo sviluppo di missili nucleari a raggio intermedio, mentre non si è fatta alcune menzione circa lo sviluppo di sistemi nucleari antisommergibile, antinave o antiaerei di nuova concezione. Gli Stati Uniti possedevano in passato tutti questi sistemi d’arma, ora in gran parte radiati.
E’ discusso il fatto relativo alla possibilità che alcuni sistemi d’arma oggi in servizio possano essere trasformati in sistemi a testata nucleare.
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Ottimo articolo, un solo appunto. Credo che la “bomba da 100 mt” sia più una boutade ad uso e consumo stampa generalista che non un reale progetto.