Lo diciamo subito, non parliamo di inquinamento o di PM10, ma stiamo cercando di capire come mai alcune aree del paese vedono una diffusione del COVID-19 maggiore di alcune aree metropolitane, che seppur presentando una maggiore densità abitativa, non sono al vertice del rateo di contagio della malattia.
Quale può essere quindi il fattore o la concausa dell’aumentata presenza di COVID-19? È possibile che la densità di attività che prevedono un contatto umano prolungato e ripetuto come quelli che caratterizzano il lavoro in fabbrica possano essere un veicolo di contagio da non sottovalutare? Nelle grandi metropoli non abbiamo complessi industriali, ma uffici, varie forme di servizi ed una socialità che è limitata ad alcuni momenti particolari. Nelle industrie, nelle catene di montaggio, nelle officine, si lavora a stretto contatto, si condividono idee e problematiche lavorando gomito a gomito, si usano spogliatoi comuni, pranzano insieme uno accanto all’altro, si utilizzano gli stessi servizi igienici per decine di persone. Sono queste condizioni valide per la diffusione di COVID-19?
Una cosa sappiamo per certo: eventi sportivi, aggregazioni all’interno di circoli privati, sale da ballo e discoteche sono veicoli dell’infezione. Ma queste attività sono sospese da 12 giorni, tuttavia non osserviamo il calo deciso dei contagi che era lecito attendersi. Non riteniamo che le responsabilità vadano attribuite a chi corre in città o chi porta a spasso il cane. Sebbene queste siano attività da evitare in questo momento, è singolare che non si pensi alla quantità di persone che è presente sui luoghi di lavoro. Siamo perfettamente coscienti del fatto che le aziende hanno messo in atto misure di distanziamento personale come da DPCM del 9 marzo, tuttavia forse sarebbe ragionevole una revisione delle misure in oggetto, prevedendo anche test a campione all’interno delle fabbriche.
Alla fine, cari amici e lettori, torniamo sempre a quello che per noi è il punto focale di questa lotta al COVID-19: TEST, TEST, TEST!
Addendum
Le grandi città presentano un rischio intrinseco dovuto all’alta densità abitativa e alla presenza di spazi comuni condominiali (ascensori, ingressi) difficilmente gestibili, nel caso di una epidemia in una metropoli che rimane possibile indipendentemente dai fattori citati precedentemente nel post.
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Ho osservato tramite i filmati le modalità di costruzione degli ospedali da campo in Lombardia. Tutti i militari erano a stretto contatto e senza mascherine.
Pessimo esempio da chi dovrebbe essere in aiuto. Stessa cosa in una conferenza stampa della protezione civile nazionale.