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La Crimea e Sebastopoli chiedono l’annessione alla Russia in caso di guerra civile

La Crimea e Sebastopoli chiedono l’annessione alla Russia in caso di guerra civile

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Si fa calda la situazione in Crimea ed in particolare a Sebastopoli, che si dimostra sempre di più l’obiettivo geopolitico primario della questione Ucraina.
Esponenti politici di Sebastopoli hanno dichiarato che la città e l’intera regione chiederanno la propria indipendenza e la protezione di Mosca nel caso in cui la situazione in Ucraina dovesse degenerare.
Sebastopoli si dimostra ancora una volta il vero fulcro della crisi ucraina, tutti vogliono il controllo della Crimea e della più importante base navale del Mar Nero.
In caso di necessità le truppe da sbarco della Federazione Russa e la 106ª Divisione Guardie Aviotrasportata di stanza a Tula potrebbero mettere in sicurezza Sebastopoli in poco meno di 10 ore, senza contare che la popolazione della Crimea, e di Sebastopoli in particolare, è in larga maggioranza di etnia russa e si opporrebbe a qualsiasi tentativo di rivolta contraria a Mosca.
In Ucraina, particolarmente nella parte occidentale, nella Galizia, nella Trascarpazia e nella stessa capitale Kiev, le forze di opposizione appaiono ben organizzate, forti di un vasto supporto popolare e in possesso di una discreta quantità di armi e munizioni ottenute sia in seguito alle defezioni della polizia locale sia avendo assaltato in alcuni casi piccoli depositi di armi. In questa situazione sarà molto complicato per le forze filo russe di Yanukovic mantenere il controllo di tutto il paese. I partiti nazionalisti, in alcuni casi di derivazione neonazista, della parte occidentale dell’Ucraina hanno percepito in maniera netta la loro attuale superiorità e sembrano non accontentarsi di riforme parziali e nuove elezioni. La tentazione di prendere il controllo diretto delle proprie regioni è fortissima e spinge alcuni leader a lanciare ultimatum al presidente filo russo Yanukovic.
Se la linea dei nazionalisti innescasse ulteriori scontri e il potere passasse violentemente nelle mani dell’attuale opposizione, i nazionalisti avanzerebbero pretese territoriali sulla Crimea ed è proprio in vista di questa possibilità che gli organismi istituzionali locali di Sebastopoli hanno, seppur in via informale, richiesto pubblicamente il supporto della Federazione Russa, un supporto che Putin non farebbe mancare nemmeno se da Sebastopoli non giungesse alcuna richiesta di aiuto.
La base navale di Sebastopoli e le centinaia di migliaia di cittadini di origine russe che abitano la Crimea sono per Mosca una priorità assoluta, una priorità per la quale Putin sarebbe disposto al confronto armato, alla guerra se preferite esprimere questo concetto in una sola parola.

Comment(1)

  1. L’indipendenza dell’Ucraina raggiunta nel novantuno, ancora non è stata del tutto goduta dagli ucraini. Come accade nelle guerre civili, anche qui vediamo delle insopportabili scene di violenza, di questa ribellione anche politica, che ormai covava da anni. Assolutamente inaccettabili le azioni da entrambi le parti, sia chi spara ai rivoltosi e sia chi ruba le armi e spara a sua volta, peggiorando la situazione. Il popolo ucraino si trova tra due fuochi. Da un lato la voglia di liberarsi dalla politica e dagli interessi del vecchio stato capo, il quale non molla e può colpire in malo modo e dall’altro dal peso dei diktat politici che impongono un estremismo nella rivolta. Quando i presidenti degli stati coinvolti in tumulti, devono prendere decisioni, senza essere costretti a volte è meglio che lascino spazio agli altri, scendendo dal trono per il bene del paese. Le minacce di attuare sanzioni da parte degli stati “democratici” fanno sorridere, vedendo come hanno abbandonato altre situazioni più fattibili. Spero che si arrivi presto ad accordi fruttuosi. Le rivoluzioni pacifiche sono la soluzione, ma non sono facili da fare.

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