I redattori di GeopoliticalCenter devono essere impazziti, il mondo festeggia l’accordo che annulla la possibilità di una atomica “made in Iran” e qui oggi scrivono di una corsa alle armi atomiche nel Golfo?
Invece non siamo impazziti bensì osserviamo solo quello che nella realtà sta accadendo. L’Arabia Saudita ha preso piena coscienza del fatto che l’Iran, tra breve, inizierà un progetto a medio e lungo termine di rafforzamento delle sue forze militari convenzionali, colmando il divario ora in essere in campo di difesa aerea, di comando e controllo, e che l’Iran avrà fondi sufficienti non solo per suddetto programma, ma anche per sovvenzionare i propri alleati chiave, nonché i movimenti rivoluzionari sciiti presenti nella penisola araba e in tutta la regione mediorientale.
Tra gli alleati chiave dell’Iran, che saranno sostenuti dai fondi di Teheran, volgiamo citarne in particolare due: la Siria di Al Assad e la Corea del Nord. Sulla Siria abbiamo scritto già molto, ma ci piace ricordare che la Siria appartiene ad una regione geografica chiave, in grado di permettere l’esportazione di greggio e gas naturale dalla regione del Golfo Persico verso l’Europa senza dover necessariamente attraversare lo Stretto di Hormuz.
La Corea del Nord è il secondo alleato strategico dell’Iran che vogliamo ricordare. Dedicheremo un post specifico a questa relazione particolare tra Teheran e Pyongyang, così come altre volte abbiamo fatto in passato, in quanto la Corea del Nord potrebbe diventare il paese che permetterà la nascita della prima atomica dell’Iran. Questa nostra convinzione risiede nel fatto che i due paesi hanno avviato, da anni, una collaborazione in campo missilistico che sta determinando la realizzazione di vettori balistici a medio e lungo raggio progettati parallelamente, vettori che possiedono le medesime caratteristiche generali e che possono ospitare le medesime testate.
La presa di coscienza da parte dei sauditi di questo progetto è secondo noi una delle causa principali dell’atteggiamento odierno dei sauditi nei confronti degli iraniani. E’possibile quindi che dinanzi alla prospettiva di un Iran che sta per diventare una potenza militare convenzionale, e la non remota possibilità che la Corea del Nord, in cambio di prodotti energetici e valuta pregiata, diventi il fornitore di armi atomiche all’Iran, i sauditi chiedano al Pakistan la fornitura di alcune armi atomiche ora custodite nei depositi nucleari di Islamabad.
Il progetto nucleare Pakistano è stato sovvenzionato in gran parte da fondi sauditi e i Sauditi potrebbero godere di una “opzione” per alcune testate atomiche da installare sui propri missili balistici a medio raggio, di fornitura cinese, operativi nella penisola arabica.
Se le connessioni internazionali da noi individuate sono correte, l’accordo sul nucleare di Teheran, tra Stati Uniti e Iran, non ha determinato (nelle forme secondo le quali è stato raggiunto) la cessazione del pericolo della proliferazione nucleare nella penisola arabica, ma al contrario sta determinando una corsa agli armamenti, convenzionali e nucleari, nella regione. Senza poi considerare il fatto che l’Iran può, legalmente da oggi, sviluppare tecnologie nucleari, come ad esempio le centrifughe avanzate IR-5 e successive, centrifughe che risultano indispensabili ad un paese solo per scopi militari, in quanto per le necessità di arricchimento dell’Iran le attuali centrifughe IR-2 e IR-3 sono più che sufficienti.
Nei prossimi giorni troverete un post sulla collaborazione strategica in atto tra Iran e Core del Nord