La Corea del Nord si dichiara (pericolosamente per se) potenza nucleare
E alla fine è accaduto, la Corea del Nord si è dichiara uno stato dotato di armi nucleari operative, a nulla sono valsi anni di trattative, di sanzioni, di cooperazione economica e sociale. La Corea del Nord è andata avanti sulla sua strada sfruttando la debolezza di Seoul e l’immobilismo della Casa Bianca.
Pochi giorni fa i media di Pyongyang hanno annunciato ai cittadini della Corea del Nord e del Mondo che le prime testate atomiche nord coreane sono divenute operative e che il Leader, Kim Jong Un, può ora ordinare in qualsiasi momento un attacco nucleare, anche preventivo, in difesa della Corea del Nord. Pochi giorni prima era stato invece riavviato il reattore sperimentale nord coreano in grado di produrre plutonio, necessario per la fabbricazione di ordigni atomici.
Questa mattina i media nord coreani hanno mostrato inoltre Kim Jong Un dinanzi ad un simulacro di un’arma atomica ad implosione compatibile con i vettori balistici nord coreani, i media della Corea del Nord hanno enfatizzato il fatto che le testate miniaturizzate nord coreane sono ora operative.
A nostro avviso questa decisione della Leadership nord coreana di manifestare palesemente al mondo il possesso di armi nucleari è un errore strategico, e ancor più grave è l’errore compiuto nell’affermare che la Corea del Nord è pronta ad uno Strike atomico preventivo contro le basi americane nella regione, nel caso in cui la leadership nord coreana avvertisse una minaccia reale presente e concreta alla nazione che vive a nord del 38° parallelo.
In base alle informazioni open in nostro possesso, alla valutazione dei test atomici e missilistici della Corea del Nord, riteniamo probabile che le dichiarazioni di Pyongyang corrispondano al vero, mentre i portavoce delle agenzie di intelligence militare della Corea del sud ritengono che la Corea del Nord non abbia ancora sviluppato testate miniaturizzate per i propri missili balistici a raggio intermedio.
Ovunque sia la verità, le minacce di Kim di attuare uno Strike Atomico preventivo espongono a nostro avviso la Corea del Nord ad un simmetrico ma molto più devastate Strike preventivo convenzionale da parte sud coreana e americana.
Le dichiarazioni del dittatore nord coreano cambiano radicalmente gli scenari con i quali i pianificatori militari dovranno confrontarsi e questi nuovi scenari presenteranno l’attacco preventivo missilistico americano contro le basi dei missili balistici nord coreani e contro la stessa leadership della Corea del Nord come la migliore opzione in caso di un brusco aumento della tensione lungo il 38° parallelo. All’inizio della prossima settimana vi presenteremo uno scenario che raffigurerà in maniera concreta i passi che potrebbero portare a nuove ostilità tra le due Coree, una delle quali da oggi dispone di missili balistici armati con un’arma atomica.
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Questo insegna che l’unica azione di deterrenza non è il possesso ma l’attacco preventivo affinche non si arrivi al possesso dell’arma nucleare. La dottrina israeliana in questo ha avuto perfetta ragione di esistere quando ha evitato che Saddam si dotasse dell’atomica.
La notizia è da relazionare anche con i vari lanci missili iraniani e per i quali c’è da aspettarsi un altro attacco israeliano, in special modo se la Russia continuerà la sua azione di consegna di S-300 e t-90.
Una domanda però sorge. Supponendo che Kim lanci uno-due missili contro gli USA, questi farebbero altrettanto visto che ci sarebbero inevitabili conseguenze sia nei confronti degli alleati vicini (Giappone e Corea del Sud) sia nei confronti della Cina? La risposta è anche in questo caso un attacco preventivo per la distruzione dei siti di lancio coreani.
Cosa rappresenta la foto in testa all’articolo? Grazie
Gianluca, è una foto satellitare della penisola Koreana, con la parte sud illuminata e la parte nord oltre il 38° parallelo, completamente al buio.
La strategia dello strike preventivo attuata da Israele (ma non solo) ha finora portato ad una ulteriore accelerazione della corsa agli armamenti atomici in corso nello scacchiere medio orientale ormai da diversi anni. Nemmeno un eventuale raid della Heyl Ha’Avir potrà impedire all’Iran di arrivare a possedere armi nucleari; certo la cosa non è questione di mesi ma prima o poi….
Per quanto concerne la penisola coreana bisognerebbe piuttosto chiedersi che tipo di risposta darebbero le forze armate americane di stanza a sud del 38° parallelo se, ad esempio, una loro installazione venisse colpita da un arma nucleare nord coreana risparmiata dallo strike preventivo…
P.S.
La foto è un falso, creato per scopi di propaganda.