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Lo Ius Soli: un fattore attrattivo per l’immigrazione irregolare

Lo Ius Soli: un fattore attrattivo per l’immigrazione irregolare

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Questo post parte da un nostro assunto, non dimostrabile se non a posteriori: lo Ius Soli sarà un fattore attrattivo per l’immigrazione irregolare verso l’Italia.
Ma come facciamo ad affermarlo? Non ricordate tutti quando da queste stesse pagine si affermava che la presenza delle navi delle ONG a 12 miglia dalle coste libiche rappresentavano un “pull factor”, se volete dirlo in inglese, per gli immigrati di ogni tipo? Quante volte abbiamo sentito risponderci che studi accademici, analisi di centri di studio, valutazioni di think thank internazionali avevano valutato che la presenza delle ONG ad un metro (ed a volte all’interno) delle acque libiche non influivano minimamente sulle dinamiche dell’immigrazione africana verso l’Italia.
Poi però le ONG sono state costrette ad un codice di condotta, all’apparenza ovvio, per non dire banale. Questo fatto, unito alla SAR libica (zona di ricerca e soccorso) istituita per 200 miglia dalle coste di Tripoli, ha allontanato le ONG dalle coste della Libia, per puro caso gli arrivi in Italia di immigrati è crollato di oltre l’80%. Certo va detto che anche i libici ora si impegnano a bloccare le partenze, ma va chiaramente affermato che ora per navigare oltre le 200 miglia è richiesto ai trafficanti un impegno ben maggiore rispetto alla piccola uscita a 12 miglia dalle coste occidentali della Libia.
Oggi allo stesso modo, utilizzando il ragionamento logico ed alcune evidenti considerazioni affermiamo che lo Ius Soli sarebbe un fattore attrattivo per gli immigrati che volessero raggiungere l’Italia, e l’Europa.
Sì, l’Europa, non solo l’Italia, perché diventare cittadini italiani, significa automaticamente diventare cittadini europei. Questa singola frase smonta istantaneamente tutte le considerazioni di coloro i quali affermano che l’Italia non è un paese ambito dagli immigrati, che vogliono raggiungere il Nord Europa e quindi il diritto di cittadinanza per nascita in Italia non sarebbe un fatto appetibile per chi arriva dall’Africa o dalle altre rotte di immigrazione. Ma immaginate cosa significherebbe per una famiglia di immigrati far nascere il proprio figlio in Italia. Vorrebbe dire avere nel nucleo familiare un cittadino europeo, con diritto di libera circolazione in tutto il continente e con il diritto di chiedere la riunificazione di tutto il suo nucleo familiare presso la sua residenza.
Ma la proposta di legge non si limita al cosiddetto Ius Soli, bensì introduce un elemento ancora più destabilizzante: questo elemento è lo Ius Culturae.
Lo Ius Culturae prevede che venga concessa la cittadinanza a un individuo che abbia completato un ciclo di studi nel nostro paese. Questa modalità di ottenimento della cittadinanza estende ancora di più il bacino dei possibili beneficiari della legge, di fatto a tutti gli immigrati che giungono in Italia, indipendentemente dalla loro età. Una corsia preferenziale per i i minori immigrati in Italia prima dei 12 anni di età, per i quali c’è la necessità di frequentare continuativamente per 5 anni un percorso formativo al fine di ottenere la cittadinanza italiana.
Una riforma che se attuata renderà l’Italia un nuovo El Dorado per gli immigrati che desiderano raggiungere l’Europa.
Se nella strategia del governo si desidera avere una massiccia immigrazione verso l’Italia questa è la strada giusta per ottenerla.

Addendum

Lo Ius Soli è definito “temperato” quindi concesso solo ai figli di immigrati regolari. Tuttavia la speranza di “sanatorie” e ulteriori allentamenti delle regole (fatto ormai tradizionale per l’Italia indipendentemente da chi sia al governo), fa sì che la condizione della residenza regolare non sia a nostro avviso un freno al pull factor cha sarebbe esercitato da questo “Ius Soli”