Israele pronto all’intervento di terra a Gaza
Purtroppo è così. Le truppe di terra delle Forze di Difesa Israeliane si preparano ad entrare a Gaza. Fanteria, una cinquantina di carri armati con il supporto dell’artiglieria pesante e dei sistemi missilistici di precisione potrebbero entrare in azione già nella notte tra sabato e domenica.
La nostra analisi valutava pericoloso (in particolare per la stabilità della Giordania) per la regione una invasione di terra a Gaza, ma evidentemente il Gabinetto di Sicurezza Israeliano ha valutato la situazione in maniera radicalmente diversa e ha autorizzato il richiamo di 42000 riservisti (tuttavia solo 10/12000 sarebbero stati mobilitati) e spostato verso Gaza numerosi reparti di mezzi corazzati, artiglieria e genio. Lo schieramento sembra completarsi con grande velocità avendo Israele impiegato ai confini di Gaza reparti di soldati di leva e non di riservisti, mentre le truppe della riserva si occuperanno di presidiare le regioni della Cisgiordania dalle quali provengono i miliari di leva spostati a Gaza.
Nessun reparto del comando nord sembra essere stato destinato alle operazioni su Gaza, essendo la frontiera con Siria e Libano un altro punto di possibile tensione in caso di una guerra terrestre a Gaza.
Gaza che in questi tre giorni dell’operazione Protective Edge ha visto in prima linea non solo l’aviazione israeliana con i suoi Droni e i caccia F-16 ma anche la Marina che ha colpito ripetutamente e in maniera massiccia le installazioni di Hamas a ridosso della fascia costiera, in particolar modo dopo che alcuni commando di Hamas hanno tentato di raggiungere via mare il territorio israeliano per colpire oltre la linea di confine tra Gaza e lo stato ebraico.
Se sarà offensiva di terra le perdite saranno ben maggiori dei 90 morti e 600 feriti denunciati ad oggi dalle autorità sanitarie di Gaza. Una battaglia di terra in ambiente urbano come a Gaza espone tutti gli esseri umani sul campo a enormi pericoli. Le forze armate israeliane chiederanno ai civili di evacuare le aree dove avverrà la prima parte dell’offensiva, ed un privo avviso è già stato fatto nella serata di ieri, ma è difficile che la gran parte dei cittadini invitati ad abbandonare le proprie case accetti di sfollare. Questo perchè in prima istanza spesso non hanno altro luogo in cui rifugiarsi, secondariamente spesso le formazioni militari di Gaza hanno utilizzato la presenza civile come deterrente nei confronti delle azioni di Israele, una strategia che però espone oltremodo i civili al rischio della battaglia, battaglia che quando viene vista dallo schermo di un computer appare a volte lenta e forse prevedibile, ma che se viene vissuta in prima persona rappresenta una delle esperienze più terribili per l’essere umano. In battaglia, quando la propria vita è a rischio il concetto di “bene e male” diventa più sfumato e quando si perde la piena coscienza della situazione diventa difficile anche stabilire chi è amico e chi nemico, figuratevi distinguere tra un miliziano senza divisa ed un civile.
Ed è questa situazione di caos che potrebbe determinare un altissimo costo, in termini di vite umane, di una eventuale operazione di terra. Vittime che potrebbero fomentare movimenti panarabi estremisti in Giordania, oltre che in Irak. Vittime, nel caso di gravi perdite da parte delle forze israeline, che potrebbero mettere in discussione lo stesso governo oggi guidato da Netanyahu.
E’ in questo breve ragionamento la motivazione per la quale una operazione di terra a Gaza non gioverebbe a nessuno, ne ad Israele ne ad Hamas e andrebbe a evitata, sfruttando ogni mezzo possibile
Purtroppo sembra che la parola passera presto al rombo dei carri armati di Israele e alle raffiche dei mitra dei miliziani di Gaza.