Israele in coda per le maschere antigas
In Israele è corsa alle maschere antigas. Dopo l’attacco chimico nel sobborgo di Damasco che ha causato la morte di più di trecento persone, e viste le crescenti possibilità di uno Strike americano sui centri di comando e controllo siriani, la popolazione israeliana sta intasando di telefonate i centri si distribuzione dei dispositivi individuali di protezione console armi chimiche (chiamarli maschere antigas sarebbe riduttivo).
I centri di distribuzione di questi dispositivi di protezione operano nello stato di Israele da diversi anni e l’Home Front Command, la struttura militare che si occupa di preparare il paese agli effetti della guerra sul territorio nazionale, invita ciclicamente la popolazione a ritirare il materiale a loro destinato, inviti che molto spesso non vengono ascoltati con l’attenzione necessaria. Ora con il rischio di un conflitto imminente, e con la possibilità dell’uso su vasta scale delle armi chimiche nel teatro siriano, la popolazione è corsa ai ripari. Solo il 40% della popolazione israeliana possiede ad oggi nella propria abitazione il kit individuale di protezione e forse una percentuale minore ha in casa il necessario per isolare dall’esterno una stanza della propria casa in caso di attacco chimico. Per distribuire i kit anti armi chimiche alla quasi totalità popolazione israeliana serviranno ancora alcune settimane.