Dall’inizio della battaglia tra Hamas e Israele il movimento palestinese ha lanciato 3700 razzi contro il territorio israeliano. I razzi che minacciavano infrastrutture strategiche o centri abitati hanno innescato il lancio dei missili intercettori Iron Dome. Non abbiamo stime precise riguardanti il numero di razzi che Iron Dome ha abbattuto o cercato di abbattere, ma dai dati che abbiamo raccolto in maniera indipendente e con le sole info Open a disposizione, stimiamo che circa 400 razzi siano stati oggetto delle attenzioni di Iron Dome.
Spesso, seppur non tutti i razzi, vengono intercettati da due missili, anche in questo caso in maniera indipendente e con le informazioni Open a disposizione, stimiamo che per ogni razzo da neutralizzare siano stati lanciati 1,6 missili Iron Dome.
A conti fatti Israele potrebbe aver lanciato circa 650 missili in questo mese di operazioni.
Ora il nostro obbiettivo è cercare di capire quanti missili Iron Dome siano ancora nelle disponibilità di Israele. Questo perché anche da questo fattore potrebbe dipendere l’evoluzione della guerra in atto tra Hamas e lo stato di Israele.
Non esistono stime o info sulle riserve di missili Iron Dome dobbiamo quindi cercare di fare un bilancio in base al numero di batterie di Iron Dome presenti, le possibili riserve di ogni batteria e le riserve nei depositi anche utilizzando i dati di budget e i costi stimati di ogni singolo missile.
Le stime sulle batterie e sulle riserve di ogni batteria sono la parte più semplice, seppur non certa. I missili schierati dovrebbero essere circa 800. Molto più difficile comprendere le riserve nei depositi delle forze armate israeliane che, in base alle nostre stime, dovrebbero essere non superiori alle 500 unità. Altro fattore da considerare è la capacità produttiva quotidiana di missili da parte dell’industria israeliana. Capacità stimata in 5/7 missili al giorno in tempo di guerra. In trenta giorni quindi 170/190 missili.
Se i nostri conteggi si avvicinano alla realtà Israele dispone della piena capacità di Iron Dome, ma non ha più riserve di missili nei depositi.
Questa situazione potrebbe aver spinto i pianificatori della difesa di Israele a restringere il raggio di intervento di Iron Dome al fine di risparmiare missili ma esponendo in misura lievemente maggiore le periferie a bassa densità abitativa, come appare dalla maggior quantità di missili palestinesi che negli ultimi giorni raggiungono il suolo israeliano.
Questa nostra analisi non è fine a se stessa, ma è funzionale a comprendere il possibile atteggiamento dei nemici di Israele nei prossimi giorni e nelle prossime settimane.
Hamas, sulla falsa riga di queste considerazioni (non le nostre ma simili valutazioni della dirigenza e dei consiglieri militari iraniani), potrebbe valutare di avere un vantaggio strategico nel continuare un conflitto a bassa intensità, per far diminuire ancora le riseve dei missili Iron Dome. Nello schema di Hamas, la minor efficienza di Iron Dome potrebbe essere letta come un vantaggio strategico, e questo per due motivi.
Il primo è che la maggior insicurezza dei cittadini israeliani potrebbe spingere Gerusalemme a maggiori concessioni (ma non pensiamo che sia questo il caso).
Il secondo punto è che Israele potrebbe valutare un intervento massiccio nella striscia di Gaza per rovesciare Hamas. In questa seconda ipotesi Hamas potrebbe poter contare sull’appoggio di Hezbollah proprio in base al fatto che Israele possa essere a corto di missili del sistema Iron Dome.
Se esistesse veramente un coordinamento tra Hamas ed Hezbollah, la quantità di missili Iron Dome a disposizione di Israele potrebbe fare la differenza tra il coinvolgimento o meno nella guerra dell’Hezbollah libanese.