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Iran: un’insurrezione senza leader (ancora per poco)

Avete tutti notato una strana caratteristica dell’insurrezione in atto in Iran? L’anomalia è che si tratta di una insurrezione senza un leader o senza un gruppo di riferimento al quale guardare per organizzare la protesta ed alla fine capitalizzare lo sforzo effettuato.
Senza una leadership questa insurrezione è destinata a spegnersi entro poche settimane, forse pochi giorni, ma è proprio per l’assenza di una leadership che paradossalmente la rivolta è potuta iniziare e si è potuta espandere.
Nel 2009 infatti il mix utilizzato dal governo teocratico iraniano per soffocare l’insurrezione si è basato su due elementi chiave. Il primo la violenza contro i manifestanti e l’uso delle armi. Il secondo l’arresto sistematico dei leader della rivolta. Una volta incarcerate le figure di riferimento e terrorizzata la piazza con le raffiche di armi da fuoco la rivolta si è spenta.
Ma oggi non è possibile individuare un leader, non è possibile arrestare il gruppo d’élite che coordina le proteste, perché questo gruppo non esiste, o meglio non esiste ancora.
In questi cinque giorni abbiamo osservato crescere il numero dei manifestanti, osservare il loro coraggio e nessuna paura della polizia o delle milizie paramilitari, ed abbiamo visto già numerosi feriti ed un numero non più ignorabile di morti.
La protesta è diventata rivolta ed oggi è una vera e propria insurrezione, diffusa in quasi tutte le città dell’Iran. Il governo ha tentato di limitare l’accesso ad internet, ha fatto chiudere canali sui social media, ma le informazioni dopo un Black Out di circa 12 ore sono tornate a fluire, utilizzando probabilmente software dedicati e forse alcune connessioni satellitari.
Stasera alle 17 ora di Tehern, saranno le 15 in Italia, l’opposizione che è in piazza ha convocato una mobilitazione generale in tutto il paese ed ha chiesto uno sciopero generale per la giornata di domani.
Riteniamo che se la mobilitazione avrà successo, e le masse dovessero supportare la piazza contro il governo degli Ayatollah, vedremo emergere un gruppo dirigente (forse virtuale in un primo tempo, forse sotto pseudonimi o sotto una sigla collettiva) che non farà riferimento a partiti politici, o movimenti oggi presenti nel panorama iraniano, ma che si connoterà unicamente come movimento popolare laico e nazionale.
Anche oggi primo dell’anno e in tutti i prossimi giorni continueremo a seguire l’evolversi della situazione, augurandoci come sempre che il sangue del popolo iraniano non debba bagnare questa pagina di storia della terra di Persia.